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Mattarella verso l'incarico a un Governo neutro, Salvini: doveva affidare a me il mandato

Ore di attesa per conoscere il nome del premier a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affiderà l’incarico per formare il Governo «neutro» che dovrà traghettare l'Italia fino a nuove elezioni. Un nome che dovrebbe essere svelato oggi, poi entro la fine settimana il presidente del Consiglio salirà al Quirinale per riferire e immediatamente dopo ci sarà il giuramento: tempo massimo lunedì. Poi il voto di fiducia delle Camere, la prossima settimana in una data ancora da definire.

È questo il crono-programma della crisi definito dal Quirinale.

Intanto, si infervora la polemica politica. Matteo Salvini se la prende con Mattarella: «Non esistono governi neutrali - dice il leader della Lega ai microfoni di Radio Capital -. L'unica eccezione che dico a Mattarella è che se voleva un governo che non aveva i numeri doveva mandare il mio...Avrebbe comunque numeri più ampi di questi».

«Ci sono scadenze fondamentali come la manovra, l’Iva, l’Alitalia, l’Ilva, troppi dossier aperti, quindi ci vuole un governo» prosegue Salvini. «Cosa facciamo sino a dicembre? O c'è un governo che prende in mano i dossier. Quindi - aggiunge - si voti a giugno o dopo, serve un governo. Ma piuttosto che passare un’estate a discutere di doppio turno, tanto vale votare e fare un sacrificio subito».

Per il Governo neutro si va comunque verso la conta del Parlamento e sembra proprio che il presidente sia ormai deciso a verificare il grado di responsabilità delle forze politiche. E forse, dopo alcuni attacchi personali piovuti dal centrodestra, Mattarella vorrà osservare come i partiti si prenderanno la responsabilità di questa corsa alle urne di fronte all’opinione pubblica.

Un «arbitro» che ha capito che è arrivata l’ora di tirare fuori qualche cartellino rosso e che ove mai ci fosse un fallo da rigore, come una bocciatura del suo governo di garanzia, malvolentieri dovrebbe farsi «notare» di più dal pubblico. Una metafora calcistica usata non a caso ieri dallo stesso Mattarella incontrando i giocatori di Juve e Milan a Roma per la finale di coppa Italia. «Un arbitro può condurre bene la partita se ha un certo aiuto di correttezza dai giocatori», ha osservato con un pizzico di amarezza replicando a Gigi Buffon che gli spiegava quanto l’Italia si affidi oggi «a una persona come lei».

In caso di bocciatura il capo dello Stato avrebbe due strade: provare a fare un nuovo Governo (ed è chiaro che si tratta di un’ipotesi di scuola); oppure sciogliere le Camere. E non ci sarebbero motivi per non farlo immediatamente. Quindi, seguendo il crono-programma della crisi, dovremmo calcolare 60 giorni dallo scioglimento. Se il voto avverrà entro la settimana prossima arriveremmo al massimo al 18 maggio. Tempo utile per sciogliere e votare il 22 luglio. Se le forze politiche cambiassero idea e preferissero votare a ottobre è meglio che ci pensino in tempo.

 

 

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