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Finanziaria: sì alla norma sui disabili, stabilizzazione per oltre 15mila precari

È una domenica di lavoro all'Ars dove si votano gli articoli della finanziaria.

Via libera alla norma sui disabili. Sfogo del presidente della Regione: “Se non avete rispetto per il presidente della Regione, abbiatene per il padre”: Nello Musumeci ha risposto in aula alle polemiche nate sulla norma.

Il presidente ha fatto riferimento, senza dirlo apertamente, alla perdita del figlio. E il suo attacco era rivolto, ha precisato, “a chi ha cavalcato ignobili e vergognose speculazioni politiche, alimentate anche dall’interno del Parlamento nelle ultime ore”. Si riferisce, il presidente, al video in cui dice che per finanziare i disabili sono stati tolti i soldi ad altri settori. Un video estrapolato da un intervento in cui Palazzo d’Orleans stava affrontando il tema dell’emergenza finanziaria.

Alla fine la norma in favore dei disabili stanzia 226 milioni per i casi gravissimi più altri 40 per quelli “semplicemente” gravi. Altri cinque milioni vanno ai cosiddetti piani personalizzati per i disabili: “Si darà così finalmente attuazione per la prima volta dopo 18 anni all'articolo 14 della legge 328 del 2000, garantendo ai disabili un percorso di integrazione nella vita familiare e sociale, nell'istruzione scolastica e nel mondo del lavoro. Saranno i Comuni, d'intesa con le aziende sanitarie provinciali e su richiesta degli interessati, a predisporre i progetti individuali» ha detto il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò.

La norma in favore dei disabili è stata sottoscritta da tutti i capigruppo e prevede misure anche per chi è affetto da autismo. Si supera così uno degli scogli principali della Finanziaria, ieri la norma era stata prima discussa e poi accantonata.

Oltre 15mila precari sono stati stabilizzati con le norme approvate. Si tratta di circa 13 mila precari degli enti locali, il resto del personale gravita in società controllate dalla Regione. Per alcuni deputati delle opposizioni, tuttavia, ci sarebbe il rischio di impugnative da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sono 400 i funzionari dei Beni Culturali che ottengono aumenti da 1.600 euro lordi all’anno. Frutto dello scatto in avanti nella scala dell’amministrazione: passano infatti alla categoria D, la più alta del cosiddetto comparto. L’assessore al Personale, Bernadette Grasso, ha ricordato che questo personale aveva vinto il maxi concorso del 2000 che prevedeva un inquadramento più elevato, anche se poi non fu possibile rispettare quel parametro visto che le assunzioni furono formalizzate molti anni dopo e l’organizzazione della Regione era cambiata. Ora si recupera lo scarto ma non con valore retroattivo, il salto di categoria vale dal 2018 e costerà 770 mila euro all’anno.

Cambia la gestione della legge 104. I permessi concessi ai dipendenti per assistere parenti o familiari disabili o malati non debbono più essere goduti in ore (al massimo 18 mensili) ma possono anche essere presi in giorni (3 al mese). Il vantaggio per il dipendente è che se si ottiene un permesso nei giorni di rientro pomeridiano si moltiplicano le ore di assenza retribuite.

Maggiore controllo e tutela del demanio marittimo regionale. Lo prevede una norma della Finanziaria proposta dal governo Musumeci, illustrata dall’assessore del Territorio e ambiente, Toto Cordaro, e approvata dall’Ars. Viene ripristinata, infatti, la possibilità di stipulare una convenzione con il Comando generale delle Capitanerie di porto, interrotta nel 2012, che servirà anche per la verifica della corretta riscossione dei canoni concessori.

Intanto le attività di prevenzione e antincendio sono salve. La Regione per quest'anno potrà stipulare la convenzione con i vigili del fuoco. Lo prevede una proposta alla Finanziaria presentata dal M5S, a firma del deputato regionale Giampiero Trizzino. Già durante l'esame della manovra nelle commissioni di merito, i Cinquestelle avevano acceso i riflettori sulla mancata previsione di spesa per le attività di prevenzione e antincendio; il capitolo di spesa in questione, infatti, era stato azzerato per gli anni 2018, 2019 e 2020. La proposta depositata in Aula dal M5S ha ricevuto l'apprezzamento del Governo che ha deciso di ripristinarlo, consentendo la sigla della convenzione con il corpo dei Vigili del Fuoco, per 90 giorni, a partire dal 1 giugno 2018.

“Il 2017 – dice Trizzino – è stato un hannus horribilis per la Sicilia. Venticinquemila ettari di vegetazione boschiva e macchia mediterranea sono andati in fumo su 72 mila ettari bruciati in Italia. In pratica un terzo delle aree devastate dei roghi su scala nazionale si trovava in Sicilia. Questa iniziativa dimostra, che durante i lavori d'Aula, stiamo svolgendo bene il nostro ruolo di opposizione responsabile con atti concreti”.

Pensioni. Alcuni super-burocrati della Regione riceveranno assegni più pesanti, altri invece li avranno più alleggeriti del previsto. Il Parlamento ha allineato il sistema di calcolo a quello dello Stato, quindi sugli ultimi cinque anni contributivi, anziché sull'ultimo anno. Alcuni ex dirigenti generali che erano stati 'demansionati' e destinati ad altri incarichi all'interno dell'amministrazione tirano un sospiro di sollievo dopo aver fatto lobby, altri invece, con incarichi apicali ottenuti di recente, subiranno una penalizzazione.

Con diverse norme contenute nella manovra, inoltre, la Regione assume personale per sopperire a carenze di organico come nel caso dell’Arpa, ne manda altri in pensione riaprendo i termini per la presentazione delle domande.

Ex Pip. Mentre sul pulpito si stavano susseguendo gli interventi dei deputati, tra favorevoli e contrari alla riscrittura della norma sugli ex Pip, il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, indispettito per le intemperanze in aula di alcuni parlamentari che ha dovuto spesso richiamare, primo fra tutti il capogruppo di Fi Giuseppe Milazzo, ha sospeso la seduta rinviandola a domani, alle 10. Rimangono dunque col fiato sospeso i 2.800 ex Pip per i quali la norma prevede l'assunzione nella Resais, società pubblica controllata dalla Regione. E rimano in sospeso anche il maxi-emendamento sul quale il governo sta tentando di chiudere, con il M5s contrario e il Pd scettico.

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