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Accuse reciproche fra Lega e M5s: sfuma l'ipotesi di un incontro Di Maio-Salvini

ROMA. È guerra di percentuali fra M5S e Lega: la settimana che dovrebbe chiudersi con un nuovo giro di consultazioni al Quirinale si consuma all'insegna di un crescendo di attriti fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio e sembra allontanare l'ipotesi di un incontro fra i due leader che si sarebbe dovuto tenere prima dei colloqui con il capo dello Stato.

Le possibilità di fare un governo "ammucchiata" centrodestra-5stelle sono pari "allo zero", chiarisce infatti il leader dei pentastellati gelando Salvini, che poco prima aveva alzato l'asticella al 51 sulle possibilità di un governo insieme. I due non si sentono ma ribadiscano i paletti a distanza.

Resta difficile quindi immaginare una soluzione a breve per dare vita a un governo e, in molti continuano a dirsi convinti che prima della fine di aprile, quando si saranno consumate le regionali in Friuli Venezia Giulia e in Molise, il quadro non sia destinato a schiarirsi.

"Di Maio, in questo momento - taglia corto Salvini - mi interessa meno di zero".

Ma sono zero anche, ribadiscono i Democratici, le probabilità di un'intesa Pd-M5S o Pd-centrodestra: "Non sono d'accordo a fare un governo con chi ha delle ricette diverse dalle nostre", sottolinea infatti Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera. Mentre "fra i vincitori regna il caos - si smarca il reggente del partito, Maurizio Martina - noi proviamo a fare buona politica". Da parte loro, però, anche i 5S rivendicano essere quelli pronti a puntare tutto sul cambiamento: "Non avrebbe senso fare il presidente del Consiglio per tirare a campare", dice infatti Di Maio, anche lui in tour elettorale ma in Molise, che a fine serata si mostra però più ottimista assicurando "che ce la metteremo tutta per creare un governo del cambiamento prima della fine del mese".

Incontrerà Salvini, sì o no? "Vediamo. Ma se dobbiamo farlo per dirci Berlusconi sì, Berlusconi no, non serve", risponde Di Maio, intervistato da Il Fatto Quotidiano -. Io non voglio far saltare il tavolo, né con Lega né con il Pd. E voglio agevolare il lavoro del presidente della Repubblica nel trovare una maggioranza. Ma dobbiamo arrivare agli incontri con le condizioni giuste".

Di Maio aggiunge che il segretario leghista dovrebbe capire che "la sua coalizione non gli vuole così bene, se voleva mandarlo a farsi impallinare. Per questo mi rivolgo alla Lega e non a tutto il centrodestra: perché è una coalizione che non esiste, in cui tutti dicono cose diverse". Quanto all'apertura ai Dem, sottolinea che "Io mi rivolgo a tutto il Pd, come a tutta la Lega. Chiunque sottoscriverà il contratto di governo, dovrà garantire per tutto il suo partito. Non voglio spaccare nessuna forza politica o incentivare rotture".

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