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Sicilia, Pd a nervi tesi dopo il voto
Lunedì resa dei conti in direzione

Fausto Raciti

PALERMO. La netta sconfitta alle regionali ha lasciato il segno nel Pd. Un partito uscito con le ossa rotte dalla tornata elettorale e che adesso prova a rimettere insieme i pezzi. Ma lunedì rischia di essere una resa dei conti la direzione regionale convocata a Palermo.

C'è chi vuole la 'testa' del segretario regionale Fausto Raciti, e chi dopo il fallimento del 'modello Palermo' su cui aveva investito anche il coordinatore Lorenzo Guerini non vuole caricarsi sulle spalle "new entry", come il deputato di 'Sicilia Futura' Edy Tamajo, indagato dalla Procura di Palermo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.

Il partito, seconda forza d'opposizione in Assemblea regionale dopo il M5s, che ha quasi il doppio dei parlamentari, appare spaccato, con alcuni dirigenti che in questi giorni sono stati consultati dal commissario regionale di Fi, Gianfranco Miccichè, alla ricerca di consensi per la sua corsa alla presidenza dell'Ars.

In cambio sarebbe stato offerto il sostegno al Pd per la vice presidenza dell'Ars, ma poiché il partito al momento non è unito tutto rimane in bilico. Come è aperta anche la questione di chi farà il capogruppo dei democratici, ruolo fondamentale per un partito che torna a fare opposizione in Parlamento dopo sette anni.

Tra le questioni dirimenti c'è il ruolo di 'Sicilia Futura', la formazione dell'ex ministro Totò Cardinale, che ha eletto due deputati alle regionali: sarà battaglia tra chi s'oppone all'ingresso nel Pd degli uomini di Cardinale e chi invece propende per allargare il partito.

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