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Conti bloccati alla Lega, la protesta di Salvini: "Fuori dal Parlamento per 7 giorni"

Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini

ROMA. Una settimana fuori dal Parlamento a visitare le zone terremotate. Matteo Salvini sceglie la via dell'Aventino come gesto di protesta dopo la decisione del tribunale di Genova di sequestrare in via cautelativa 48 milioni di fondi del Carroccio, una decisione quella dei magistrati bollata come "atto sovietico" dal leader leghista. E mentre i parlamentari diserteranno i lavori dell'Aula, il segretario fa sapere, al termine di un consiglio federale del partito convocato ad hoc sul tema, che i legali del partito presenteranno nel capoluogo ligure un ricorso per il dissequestro dei beni.

La vicenda conti bloccati ha condizionato anche la manifestazione di Pontida dove a tenere banco è stata l'esclusione di Umberto Bossi dalla lista degli oratori. Ed è proprio con il Senatur, a quanto raccontano fonti leghiste, che Salvini ha avuto un chiarimento nel corso del consiglio federale del partito.

A Bossi, il segretario ha spiegato di non averlo fatto parlare dal palco per "tutelarlo" proprio per la questione dei fondi leghisti. Nonostante i fondi bloccati siano un problema, Salvini ostenta sicurezza: "Ci e' stato finalmente notificato l'atto sovietico di cui avevamo avuto conto solo sui giornali", fa sapere ai giornalisti aggiungendo subito dopo: "siamo tranquilli, non è denaro pubblico ma donazioni dei privati".

Un problema, quello dei soldi, che non gli impedisce di lanciare una nuova stoccata al Cavaliere: "Non vedo l'ora di sfidare Renzi, Di Maio ed il loro nulla", annuncia Salvini parlando sostanzialmente da leader della coalizione. Nessuna polemica diretta con Berlusconi a cui si limita a ricordare solo che "chi guiderà il Paese lo decideranno i cittadini".

A nessuno è sfuggita la freddezza con cui gli alleati, Berlusconi per primo, abbiamo manifestato la loro solidarietà per decisione della magistratura genovese nei confronti del Carroccio.

I "lumbard" dal canto loro non fanno mistero di sentirsi già a capo della coalizione. Ne sono un esempio le parole del capogruppo del Carroccio alla Camera Massimiliano Fedriga che plaude alla presa di posizione di Forza Italia contro il disegno di legge sulla cittadinanza: "Bene che Forza Italia - osserva - ci segua sul no allo Ius Soli e sulle politiche contro l'immigrazione clandestina. Fortunatamente abbiamo riportato il partito di Berlusconi nel centro destra".

Parole che la dicono lunga sullo stato dei rapporti tra i due partiti nonostante il governatore della Liguria Giovanni Toti (unico di Fi presente a Pontida mentre Berlusconi era a Fiuggi) getti acqua sul fuoco e cita le elezioni siciliane come esempio di unità: "Il presidente Berlusconi ha appena siglato l'intesa per andare tutti insieme al voto in Sicilia quindi mi sembra che non ci sia nessun genere di ripensamenti ne' di vacillamenti".

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