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Crocetta riunisce il Megafono: "Nel centrosinistra è prassi che il presidente si ricandidi"

Rosario Crocetta

PALERMO. La direzione regionale del Megafono - il movimento creato dal governatore siciliano Rosario Crocetta alle scorse elezioni regionali nell'Isola - si è riunita ieri e oggi a Trabia (Palermo).

I circa 150 quadri hanno approvato un documento nel quale si dicono preoccupati per "il metodo scelto da alcune forze della maggioranza, rispetto alla candidatura del presidente della Regione" e formalizzato la costituzione di una commissione che è già al lavoro per la composizione delle liste e del programma.

"E' prassi consolidata nel centrosinistra che il presidente uscente venga ricandidato a meno di non trovarsi di fronte a fatti gravi. Crocetta è il primo nel centrosinistra, dal 1946, ad aver vinto le elezioni con mandato popolare; la Sicilia che abbiamo trovato nel 2012 era sull'orlo del fallimento, con 11 punti di Pil persi in 7 anni e con ben 300 mila lavoratori che avevano perso il posto; non utilizzava i fondi Ue, era in coda per i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Era la Sicilia delle prebende, delle clientele, dello sperpero".

Nel documento redatto dalla direzione del Megafono, si parla anche di "primarie di coalizione da convocare il 10 o il 17 settembre. "Il governo Crocetta - si legge ancora nel documento - ha risanato il bilancio, rilanciato la crescita e creato le condizioni per lo sviluppo di questa terra. La situazione non si affronta né con nostalgia di un ritorno a un passato che ha distrutto la Sicilia, né con avventure irresponsabili modello Comune di Roma. Il presidente deve essere scelto dai siciliani".

"Il Megafono ritiene che il presidente della Regione non può essere espressione di lobby occulte. Non c'è alcuna ragione, anzi per il Pd esisterebbe persino un obbligo statutario, a riconfermare il presidente uscente". Ma Crocetta e i suoi ritengono "di sottoporre alla verifica dei cittadini la scelta del nuovo candidato del centrosinistra. Niente investiture dall'alto, magari camuffate da scelte civiche. Siamo pronti alla sfida, al confronto, rifiutando, però, la subalternità ai potentati. Il metodo delle primarie è il più corretto".

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