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Legittima difesa, la Camera dice sì al testo che giustifica l'uso di armi contro i ladri di notte

ROMA. Sì dell’Aula della Camera alla nuova  normativa sulla legittima difesa. Il testo passa al Senato. I voti a favore sono stati 225, 166 i contrari (tutto il centrodestra, SI e Mdp), 11 gli astenuti.

È stata «gara di cartelli», pure se con lo stesso testo, nell’Aula della Camera prima del voto finale sul ddl sulla legittima difesa tra Fdi e Lega. Mentre la presidente Laura Boldrini indiceva la votazione, i deputati di Fdi hanno composto, con lettere scritte a mano su fogli singoli, la scritta «la difesa è sempre legittima». Quando i commessi hanno tolto le lettere, i deputati di Fdi hanno esposto altri cartelli con la stessa scritta, ma più piccola.
Stessa scritta è stata esposta, dopo la proclamazione del risultato della votazione, da parte dei deputati della Lega.

Ecco cosa prevede il testo sulla legittima difesa approvato dall’Aula della Camera, che ora passa al Senato.

I CONFINI DELLA LEGITTIMA DIFESA. Viene specificato che si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all’introduzione con violenza, minaccia o inganno. Resta comunque ferma la necessità che vi sia proporzione tra difesa e offesa e l’attualità del pericolo. Già oggi si presume che vi sia proporzione se la difesa anche con armi riguarda un’aggressione domiciliare che mette in pericolo la propria o l’altrui incolumità oppure, ma in questo caso solo quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione, se si difende il proprio patrimonio.
IL TURBAMENTO ESCLUDE LA COLPA. Nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa di chi spara se l’errore, in situazioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale, è conseguenza di un grave turbamento psichico causato dall’aggressore.
ASSISTENZA LEGALE A CARICO DELLO STATO. Nel caso in cui sia dichiarata la non punibilità per legittima difesa, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato. Un onere per l’erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017.

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