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Pd, caos tessere gratis a Napoli: la vicenda infiamma il congresso. Orfini: casi isolati

ROMA. Quattrocentomila iscritti e un mare di polemiche. È sotto questi auspici che entra nel vivo il congresso del Pd. Epicentro della 'crisi', ancora una volta, Napoli. Dove emergono casi di pacchetti di tessere pagati da capibastone locali e presunti tentativi di camorristi di entrare nel partito e influenzare il voto per il segretario. Il Nazareno interviene subito e invia nel capoluogo campano Emanuele Fiano che a serata rende noto che trecento preiscrizioni sono state bloccate: «Gli anticorpi funzionano». Ma già altri focolai si annunciano.

Da Lecce arriva una denuncia del presunto tentativo di esponenti dalemiani di influenzare il congresso. Matteo Renzi non entra nelle polemiche e lavora alla campagna congressuale con una visita a sorpresa in Calabria. Ma gli sfidanti proprio sul tesseramento incalzano.

«Penso che una prova muscolare e finanziaria come quella del tesseramento vada rivista», dichiara Michele Emiliano dal consiglio regionale toscano, dove va a incontrare i suoi sostenitori in terra renziana. E Andrea Orlando rivendica di aver da tempo denunciato che in una «situazione organizzativa precaria» e con un congresso convocato in tempi stretti si potessero verificare irregolarità.

Orlando chiede di vigilare ma intanto infila una stoccata a Renzi: «La rottamazione evidentemente non si è realizzata. Sempre gli stessi gestiscono il partito». Un'accusa che, ben altra durezza, rilancia da Napoli Antonio Bassolino: «A Napoli c'è di grave emergenza politica e morale».

Dopo il caos primarie delle comunali, con denunce di brogli ai seggi, «niente è successo, altro che il lanciafiamme» annunciato da Renzi. In mattinata, quando Repubblica documenta con video i casi del quartiere Miano, con i sospetti casi di tessere pre-pagate distribuite nell'ultimo giorno di tesseramento, la risposta del Nazareno è immediata. Lorenzo Guerini, presidente della commissione congresso, e Matteo Orfini, inviano subito a Napoli Emanuele Fiano, deputato milanese già membro della segreteria renziana. In caso di irregolarità, spiega Orfini, sono previsti annullamenti di tessere ed espulsioni. E Fiano, al termine di una giornata di verifiche, comunica che già trecento preiscrizioni in città e provincia sono state bloccate, la sezione Miano è commissariata. Ma senza una risposta strutturale, denuncia Bassolino, «il Pd muore».

Da 'fuori' il M5s con Alessandro Di Battista riprende la denuncia del sito Fanpage di «arruolamento dei camorristi affiliati al clan Contini». Il Pd replica di non avere riscontri al riguardo ma che si augura che la magistratura faccia tutti gli accertamenti del caso. Guerini assicura «fermezza e rigore» sulle irregolarità e rende noti i dati definitivi delle iscrizioni: nel 2016 i tesserati Pd, che avranno dunque diritto a votare al congresso, sono 405.041, in «lieve ma costante aumento» rispetto ai 395.574 del 2015.

Alcuni, sottolinea Orfini, hanno deciso di prender la tessera come reazione alla scissione. Ma il timore dei renziani è che il risultato delle assise possa essere influenzato da chi, a scissione in atto, non è ancora uscito.

Le prime denunce arrivano dalla Puglia, una segnalazione alla commissione congresso è giunta da Lecce: hanno rinnovato la tessera, si segnala, pure persone che hanno aderito alla dalemiana ConSenso. Ad ogni modo, notano i renziani, gli avversari del segretario non più del Pd potrebbero intervenire nella seconda fase, quando le primarie saranno aperte. Ma lui, Renzi, si tiene ben lontano dallo scontro su tessere e lavora sul territorio.

A Reggio Calabria incontra il sindaco Giuseppe Falcomatà, a Catanzaro il presidente Mario Oliverio. E, sotto l'hashtag #incammino, che ricorda l'en marche del candidato indipendente alla presidenza francese Macron, rivendica un lavoro sui temi del Sud, dalla parte di «chi non si arrende», come il consorzio anticamorra Goel.

L'ex premier rivendica quanto fatto dal suo governo, come gli 80 euro e il completamento della Salerno-Reggio Calabria, che percorre in macchina. Al Lingotto lancerà la volata al congresso con il programma, cui lavora Tommaso Nannicini: «C'è chi è mosso - denuncia - solo da odio personale, noi abbiamo un progetto per il Paese».

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