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Renzi all'attacco: "La scissione? Scritta e ideata da D'Alema"

ROMA. «A me dispiace molto perché abbiamo fatto di tutto per evitare che chiunque se ne andasse ma abbiamo avuto l’impressione che fosse un disegno già scritto. Scritto, ideato e prodotto da Massimo D’Alema». Lo afferma Matteo Renzi a 'Che tempo che fa', su Raitre parlando della scissione nel Pd. "Possono chiedermi di dimettermi, di rinunciare alla poltrona ma non di rinunciare a un ideale», aggiunge. «A D’Alema dico, non scappare, vieni, corri e vediamo chi ha più consenso e più voti».

Scissione nel Pd rimediabile? «Credo sia una cosa molto di palazzo, la stanno facendo sulla data del congresso, io farò di tutto perché si vada il più possibile insieme. Possibile che il problema della sinistra in Italia sia Renzi? Ci raccontino cosa pensano dell’Italia, rimettiamo al centro l’Italia. Non ne posso più di questo dibattito, figuriamoci i cittadini». «Anche la destra si scinde» ma «loro sono più furbi di noi, litigano prima delle elezioni e alle elezioni si mettono sempre insieme».

«La nostra proposta era il modello dei sindaci, ma ora (dopo il referendum ndr) è andata, non c'è più. Allora spero che il Parlamento faccia almeno una legge come il Mattarellum. Però io sono fuori. Da uomo forse più potente d’Italia ora sono privato cittadino. Ai parlamentari dico 'tocca a voi per consentire ai cittadini di scegliere'».

«Le Elezioni sono previste nel 2018.  Punto. Se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui».

«Il mio obiettivo non è che debba tornare io» ma «voglio che l’Italia non si rassegni alla logica del 'son tutti ugualì. Per questo i milioni di italiani che hanno votato Si meritano, anche con me, ma non necessariamente con me, di essere rimessi in campo». Lo afferma Matteo Renzi a 'Che tempo che fa', su Raitre.  E sul suo periodo da ex premier a chi gli chiede se abbia perso amici Renzi risponde: «Sono tornati gli amici veri, e sono tanti».

«Il discrimine oggi non è la preoccupazione perché l’innovazione produca una crisi occupazionale ma come la politica risponde. Noi dobbiamo trovare un paracadute per chi non ce la fa, per i più deboli, ma non possiamo dire reddito cittadinanza, che vuol dire 'tranquillo ci pensa papì che è lo Stato. L’Italia muore così. Io dico provaci, non ce la fai? Ti do una mano, ti faccio fare un corso di formazione».

«Il discrimine oggi non è la preoccupazione perché l’innovazione produca una crisi occupazionale ma come la politica risponde. Noi dobbiamo trovare un paracadute per chi non ce la fa, per i più deboli, ma non possiamo dire reddito cittadinanza, che vuol dire 'tranquillo ci pensa papì che è lo Stato. L’Italia muore così. Io dico provaci, non ce la fai? Ti do una mano, ti faccio fare un corso di formazione».

«In tre anni il nostro governo non ha mai fatto procedura di infrazione e sono convinto che debba continuare, spero che il governo mai debba fare una procedura. Quindi è giusto che Padoan abbia tutte le rassicurazioni». Lo ha detto Matteo Renzi a «Che Tempo che fa», che ha aggiunto: «Sono sicuro che Gentiloni e Padoan faranno un ottimo lavoro».

«Abbassare le tasse è un dovere. Lo abbiamo fatto piano, troppo piano ma abbiamo fatto un passettino. Quello che per me è importante non è tanto il taglio dell’Irpef. Per me il punto chiave è, da un lato, che torni la dimensione del futuro in politica e dall’altro che si sappia che non è che se c'è un problema si va sempre dai cittadini a dire alziamo la benzina o le sigarette».

«È già accaduto in passato e sta accadendo ora. Essendo io un personaggio pubblico non posso che dire che sto con i magistrati. Conosco mio padre e conosco i suoi valori, ma ora non posso che dire che sto con i magistrati. Però i tempi del processo devono essere brevi e si devono fare i processi nei tribunali e non sui giornali». Lo ha detto Matteo Renzi a «Che Tempo che fa» rispondendo ad una domanda di Fazio Fazio sul coinvolgimento del padre nell’inchiesta Consip.

 

 

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