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Roma 2024: liti e "no" in Comune. Renzi: figuraccia mondiale

ROMA. Il "no" certificato al sogno olimpico di Roma arriva, come era già scritto, e dopo l'ennesima giornata difficile. Un voto a maggioranza quello della giunta capitolina che approva con 30 favorevoli e 12 contrari la mozione del Movimento 5 stelle e della sindaca Virginia Raggi. "Le pressioni sono state tante, quasi un assedio in Campidoglio, ma noi abbiamo continuato a lavorare per la città: questo no è uno stop all'ennesima truffa ai danni dei cittadini" dirà in serata, su Facebook, la Raggi.

E arriva anche la stoccata del premier Matteo Renzi che definisce "legittimo" il no alle Olimpiadi "ma certo si fa una figuraccia a livello internazionale perché era una decisione presa. Ma quello che è sconvolgente non è la decisione, discutibile, bensì dire che non si fanno perché c'è il malaffare. Ma un politico serio ferma i ladri, non le opere pubbliche. Migliaia di posti di lavoro vanno persi sull'altare della rassegnazione".

Certo è che dopo gli "sgarbi" istituzionali e lo scarso dialogo tra le parti, anche la giornata che dovrebbe mettere la pietra tombale su Roma 2024 si è contraddistinta per veleni e scintille in Aula. Il condizionale sul the end della travagliata storia a cinque cerchi, del mai nato amore tra la nuova giunta e l'evento olimpico, è d'obbligo però perché se è vero che il Comune ha ufficializzato il verdetto negativo espresso con il via libera alla mozione (da verificare se adeguatamente motivata), la macchina Giochi non si ferma. Almeno non del tutto. Intanto la candidatura non verrà formalmente ritirata: fino all'inizio del nuovo anno resterà in piedi.

E martedì prossimo il presidente del Cio, Thomas Bach, sarà a Roma e incontrerà il n. 1 del Coni, Giovanni Malagò. Il comitato olimpico internazionale ha seguito tutto a distanza e ha detto la sua: "Siamo consapevoli del voto del Consiglio Comunale, così come siamo consapevoli del supporto del Governo Italiano e della Regione Lazio alla candidatura di Roma - la posizione del Cio -. "Noi siamo in contatto con il Comitato Promotore di Roma 2024 e con il Coni per chiarire queste circostanze politiche". Questioni politiche che saranno al centro della visita della prossima settimana.

"Devo incontrare Bach, non è una decisione che posso prendere io - dice Malagò in merito al ritiro della candidatura -. Però parto dal presupposto che una candidatura senza il consenso della città perde credibilità. E' più unico che raro essere fermati a 3/4 della corsa, al Cio bisogna raccontare i nuovi fatti". Per il Coni il no del Comune "non è un fatto formale, ma sostanziale".

Il voto definitivo dell'assemblea capitolina si è svolto in un clima certamente poco disteso: bagarre e liti quando sono stati vietati gli interventi esterni. Il comitato promotore dei Giochi era rappresentato dalla coordinatrice Diana Bianchedi che, non potendo illustrare il dossier, ha abbandonato l'Aula. "Pensavo di poter poter parlare davanti al Consiglio comunale - le parole dell'ex campionessa di scherma -, in Aula viene chiesto di votare un dossier che evidentemente i consiglieri non hanno letto".

"Il mondo dello sport è stato umiliato per la seconda volta, chi si dimostra tanto forte nell'impedire agli altri di parlare è tanto debole nelle sue convinzioni" dice Roberto Giachetti durante i lavori dell'assemblea. In cui ha preso la parola anche il vice sindaco del M5S Daniele Frongia, sottolineando tra l'altro "sono convinto che non ci sarà nessuna ritorsione da parte del Governo e del Coni", dando però la 'colpa' a Renzi del ritiro di un'altra candidatura, quella per i mondiali di rugby del 2023 che vedevano l'Italia in corsa.

"Grazie ai consiglieri, abbiamo salvaguardato le tasche degli italiani" il post sui social di Alessandro Di Battista. Mugugni e accuse tra i consiglieri dell'opposizione (l'unico ad aver sostenuto la mozione Stefano Fassina). "Un errore il no preconcetto" dice FI. "Voto dettato da paura e sottomissione" la posizione del Pd.

"No, non ha vinto Roma. Ha vinto una visione cupa e rassegnata del futuro della nostra città. Roma merita altro" aggiunge il presidente del partito democratico, Matteo Orfini. La difficile corsa di Roma 2024 fa adesso i conti con il 'no' più duro da superare: ma la parola fine alla candidatura però forse ancora non viene scritta.

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