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"Fertility Day", polemica sulla campagna. Lorenzin annuncia modifiche

ROMA. La campagna del Ministero della Salute  sul Fertility Day cambierà: dopo una valanga di critiche, compresa quella del premier Renzi, arriva la decisione del ministro Beatrice Lorenzin di modificare l'iniziativa che aveva difeso per oltre 24 ore, da quando il web si era incendiato dopo un post di Roberto Saviano contro gli slogan che secondo le critiche 'insultano le donne".

Una sollevazione che aveva coinvolto trasversalmente la politica, con la richiesta di dimissioni, fra gli altri, dal Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord.  Una decisione che la stessa Lorenzin definisce «non un passo indietro ma un passo avanti». La campagna sul Fertility day «non è piaciuta? ne facciamo una nuova», scrive su Twitter. «Il Fertility Day è più di due cartoline, è prevenzione, è la salute degli italiani».

Il ministro aveva spiegato a lungo che l'unico scopo era informare sui problemi di salute che possono compromettere la fertilità ma le scelte degli slogan erano state bocciate senza appello. L'accusa è stata voler fare una campagna per la natalità, cioè contro le culle vuote, piaga che nel nostro paese nessuno nega.

La percezione di chi era insorto sul web era stata quella di una iniziativa che stigmatizzava chi non ha figli. Il risultato non era piaciuto neanche a Matteo Renzi che aveva ammesso di non sapere niente della campagna del Ministero che il giorno prima aveva ricevuto così tante critiche: «non l'avevo vista, avevo problemi più importanti da seguire».

E ha aggiunto: «Certo non conosco nemmeno un amico che fa un figlio perchè ha visto un cartellone, se vuoi creare una società che scommette sul futuro devi creare le condizioni strutturali, gli asili nido, i servizi, creare lavoro. Nei paesi dove si fanno figli non credo che sia per effetto di una campagna».

Inizialmente il ministro aveva replicato convinta che la campagna doveva andare avanti, pur annunciando che sarebbe stata migliorata. Con lei, a favore della campagna, si è schierato  un coro di medici e società scientifiche per le quali, invece l'informazione era necessaria.

Le due cartoline incriminate, quelle più prese di mira dagli oppositori, sono quella dove si vede una donna con il pancione e una clessidra in mano ed un'altra con la scritta 'datti una mossà. In entrambe il richiamo al tempo che passa. Un messaggio che turba e che ora sarà rivisto integralmente. La bocciatura era arrivata anche da un maestro della pubblicità come Oliviero Toscani che aveva detto senza mezzi termini: «è tutto sbagliato».

Alle molte critiche, soprattutto politiche, Lorenzin ha  risposto dicendo che le scelte sulla natalità «sono intersettoriali e fanno parte di una visione da statista del Paese, però - ha specificato - io faccio il Ministro della Salute e mi occupo di questi temi, il resto lo facciano il Presidente del Consiglio e gli altri ministri».

La campagna per il Fertility Day che ora sarà rivista costa in tutto 28 mila euro per sei eventi. «Le nostre sono campagne a basso costo, se Toscani vuole siamo felici di accogliere il suo aiuto gratuitamente per fare meglio. Siamo certi che ci aiuterà a trasformare questa campagna in qualche cosa di cui si parlerà per un anno e non solo tre giorni. Lo aspetto».

A favore dell'iniziativa era arrivata la dichiarazione del compagno di partito e di governo, Angelino Alfano per il quale la campagna «era condivisibile nel merito. E ha anche centrato l'obiettivo: tutti ne parlano ed è diventata elemento di dibattito. Missione compiuta».

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