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Commissione del Senato dà l'ok al testo su prescrizione e intercettazioni

ROMA. La commissione Giustizia di Palazzo Madama ha approvato in seduta notturna la riforma del processo penale che contiene modifiche alla disciplina su prescrizione e intercettazioni.

Per quanto riguarda quest'ultimo tema, è passato l'emendamento dei relatori che dà la delega al Governo a mettere a punto una normativa che tenga conto, tra l'altro, della libertà di stampa e di quanto previsto dalla Corte di Strasburgo. Sul fronte del virus Trojan, si dovrà seguire quanto previsto per le intercettazioni ambientali.

Il documento sottolinea, tra gli altri aspetti, la centralità del ruolo del pm nella valutazione e selezione dei dati sensibili, chiede particolare cautela e attenzione in fase di indagini preliminare, dove è più alta l'attenzione mediatica, rispetto al materiale da inserire nelle richieste e nelle ordinanze di custodia cautelare.

Nel caso di parlamentari, suggerisce inoltre il Csm, le conversazioni «casuali» che vengano captate non andrebbero trascritte ma solo annotate nei brogliacci. Chiara inoltre la raccomandazione a non indebolire in alcun modo le intercettazioni come strumento di prova.

Due i punti fermi: il diritto di cronaca non deve subire limitazioni e le intercettazioni come strumento investigativo non vanno indebolite. Centrale il ruolo del pm, che in raccordo con la polizia giudiziaria, ma senza «deleghe in bianco», valuta e seleziona le intercettazioni che entrano nel brogliaccio.

Quelle che non vengono trascritte, potranno essere oggetto, su impulso del pm, di un vaglio ulteriore di fronte al gip e nel contraddittorio con la difesa. È la cosiddetta udienza stralcio, per decidere, su una selezione limitata di materiale, cosa debba andare distrutto o perché la privacy prevale o perché il materiale è irrilevante non solo per l'accusa, ma anche per la difesa, che può giudicare importante ciò che per l'accusa non lo è. "L'udienza stralcio - ha avvertito nei giorni scorsi il Csm -, non è una panacea e l'indicazione è di farne un uso mirato e non massivo, anche per non compromettere l'operatività degli uffici".

Il testo verrà incardinato in aula entro la settimana. Hanno votato contro la riforma i tre senatori del Movimento Cinquestelle, Maria Mussini, e, su molti emendamenti, anche Corradino Mineo, in sostituzione di un altro senatore componente della commissione.

Molti esponenti delle opposizioni, soprattutto in Forza Italia, erano assenti al momento del voto. «Una delle cose più pericolose di questo provvedimento - commenta Maurizio Buccarella (M5S) - è che si punisce sino a 4 anni di carcere il cittadino che diffonde immagini, video o conversazioni, pur registrati in sua presenza, recando danno all'immagine o reputazione altrui, se acquisiti fraudolentemente. Resta anche il dubbio interpretativo sull' avverbio e, a nostro avviso, si limita la libertà di critica di ognuno di noi».

«Ma non si voleva depenalizzare il reato di diffamazione?», domanda Buccarella. La commissione Giustizia del Senato ha comunque dato il mandato ai relatori Felice Casson e Giuseppe Cucca (Pd) a riferire in aula.

Sul fronte della prescrizione, si riscrivono i tempi prevedendo una sospensione di 18 mesi sia tra il primo grado di giudizio e l'appello sia tra il secondo grado e la Cassazione. Tre anni in più, di fatto, dati ai tempi del processo.  Si prevede l'inserimento di tutti i reati di corruzione (incluso quello della truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche concesse da Stato, enti pubblici o Ue) tra quelli per i quali la prescrizione, in caso di sua interruzione, può essere aumentata non oltre la metà del tempo necessario a prescrivere.

Nei casi dei reati di corruzione, non oltre i 15 anni quindi, ai quali vanno aggiunti, per un totale di 18, i 3 anni concessi dalla sospensione che interviene 'tout court' tra i gradi di giudizio. «Per i reati contro la P.a. che abbiano una natura originata da un patto criminale la prescrizione è difficilissima», spiega il ministro della Giustiziona, Andrea Orlando, sottolineando come, l'aumento dei tempi sarà integrato dal cosiddetto 'lodo' Falanga, ovvero dall'inserimento di tale tipologia di reati tra quelli che, ex art. 132 bis, godono di una corsia preferenziale ai processi.

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