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Migranti, Mattarella: "L'Ue si attivi concretamente al fianco dell'Italia"

ROMA. «L'Italia è da tempo impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dall'Unione europea». Lo sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al delegato Unhcr per il Sud Europa, Stephane Jaquemet, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.

«I rifugiati arricchiscono il nostro Paese: l'Italia soffre di un tasso di demografia basso e l'arrivo di giovani di talento e capacità, se ben governato, la arricchisce», dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua visita al Centro Astalli in occasione della giornata mondiale del rifugiato e del 35esimo anniversario dell'attività del servizio dei Gesuiti in Italia.

«L'Europa è contrassegnata dal rispetto della persona umana, ma questo principio non può essere a fasi alterne, non può essere usato solo per chi vive in Europa». L'arrivo di rifugiati «può essere governato solo con un'accoglienza intelligente, garantendo tranquillità e ordine», sottolinea il Capo dello Stato in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. «Speriamo che l'Europa voglia assumere concretamente come suo impegno e sua attività la proposta italiana» per affrontare la crisi dei migranti, sottolineando come il Migration compact punti ad una collaborazione che aiuti i paesi d'origine a migliorare le loro condizioni, una collaborazione che ha al suo vertice la dignità umana. Nessuno - osserva il capo dello Stato - lascerebbe il proprio paese se potesse viverci in pace e in tranquillità».

Dinanzi al presidente della repubblica, le testimonianze significative di tre rifugiati. «A nome di tutti i rifugiati voglio chiedere agli italiani di non aver paura. Ci hanno strappato dalle nostre radici, ma siamo ancora capaci di offrire molti frutti, se ci verrà data la possibilità di farlo», dice Felix, originario del Burkina Faso, costretto a lasciare il suo paese e fondatore di un'associazione che favorisce la scolarizzazione delle nuove generazioni.

Dopo le tre testimonianze - oltre a quella di Felix ci sono state quella del somalo Aweis e di una giovane afgana Parvin - il capo dello Stato è intervenuto sottolineando come il centro Astalli «esprima una società civile, il suo impegno» testimoniando «l'indispensabile congiunzione tra pubblico e privato, tra stati e energia della società civile».

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