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Regione, Cuffaro: serve un candidato che unisca moderati

MESSINA. «Spero ora si trovi una candidatura che sia in grado aggregare i moderati», l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro torna a parlare di politica durante la presentazione a Messina del suo ultimo libro «L'uomo è un mendicante che crede di essere un re».

«La sconfitta del Centrodestra in Sicilia io l'addebito a chi non ha avuto la forza di difendere un quadro politico perché è stato sfasciato il quadro delle alleanze.- ha osservato -. È stato sfasciato da una politica giudiziaria amica di alcuni magistrati che è partita facendo fuori me e ha continuato con Lombardo. Solo che io per tenere il quadro non ho rinnegato la mia appartenenza politica, Lombardo ha pensato, per non pagare il prezzo, di non salvaguardare il quadro di maggioranza».

«Io dissi a Lombardo - ha proseguito - che stava sbagliando e purtroppo ho avuto ragione perché l'obiettivo finale era quello di sfasciare il quadro politico e quindi hanno eliminato pure lui. Quando si è andati alle elezioni ci si è trovati davanti ad un obiettivo talmente logorato che non si è potuto ricostruire. Ci sono stati poi due candidati del centrodestra che non rappresentavano l'area moderata, quella ex Dc e socialista. Quest'area non si è ritrovata in Musumeci e Miccichè e non ha trovato riscontro nella realtà elettorale. Quindi la gente non è andata a votare ed stato eletto Crocetta con un quarto dei voti con i quali ero stato eletto io». «Ma la gente non l'ha fatto per protesta, chi voleva protestare ha votato Cinquestelle - ha aggiunto - . È molto più grave la situazione: non ha votato perchè non si è riconosciuta in una candidatura alla quale affidare le proprie istanze».

Sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina: «Ero e sono d'accordo con la realizzazione del ponte sullo Stretto e ho fatto molto di più: ho firmato il protocollo d'intesa, ho creato anche la società che doveva realizzarlo, avevamo il progetto e i finanziatori. Poi è finito il governo di Centrodestra e non si è fatto nulla. Credo che il ponte ci avrebbe ancorato ad un paese che cammina veloce, - ha osservato - oggi la comunicazione dei trasporti è essenziale e avrebbe certamente avvantaggiato gli scambi culturali economici e soprattutto quelli turistici. Avrebbe aiutato i nostri agricoltori a posizionare la merce sui mercati senza avere tasse aggiuntive, ma oggi questo non si è fatto. Ed è ridicolo sentire che prima del ponte è necessario fare altro. Credo che i siciliani ci credano poco ormai».

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