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Regione, governo battuto: stop ai fondi. Crocetta: ora Riscossione Sicilia rischia il fallimento

Passa emendamento del M5s. Crocetta: atto gravissimo

PALERMO. Dopo il ko sul Dpef, altra sconfitta in aula per governo e maggioranza. Con voto segreto (36 voti favorevoli e 33 contrari) l'Ars ha approvato un emendamento soppressivo, presentato dal M5s, che cassa la norma del disegno di legge sulle variazioni di bilancio 2015, all'esame dell'aula, che assegnava 2,5 milioni di euro a Riscossione Sicilia, la società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate nella Regione.

Contro l'emendamento si era espresso il governo, rappresentato in aula dall'assessore all'Economia Alessandro Baccei, e a maggioranza anche la commissione Bilancio. Applausi sai banchi dei 5stelle quando il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, ha letto l'esito della votazione.

Alcuni deputati, come Claudia La Rocca (M5s), prima della votazione avevano criticato il governo per avere previsto l'assegnazione dei fondi a Riscossione Sicilia in assenza di un piano industriale da parte della società. "Non lo posso fare certamente io il piano industriale, l'ho sollecitato almeno dieci volte alla società, spetta a loro farlo", aveva risposto l'assessore Baccei. Anche il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, intervenendo in aula, aveva sottolineato che la stessa richiesta a Riscossione Sicilia è stata fatta dalla commissione, annunciando che è pronta una lettera di ammonimento indirizzata al Cda.

"Ancora una volta la maggioranza Crocetta non regge all'urto dell'Aula - dicono i deputati regionali Nello Musumeci, Santi Formica e Gino Ioppolo del gruppo Lista Musumeci -. Le opposizioni, con una parte della maggioranza, hanno bocciato la proposta di ricapitalizzare Riscossione Sicilia con ulteriori 25 milioni, in assenza di un valido piano strategico industriale, promesso da sempre e mai presentato. Si impone adesso, da parte del governo Crocetta, una decisione netta e definitiva per fare funzionare davvero la riscossione in Sicilia o affidarsi alla più economica e conveniente Società nazionale, salvaguardando i livelli occupazionali".

Il presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, d'intesa con i due vice presidenti Antonio Venturino e Giuseppe Lupo, ha convocato per
domani un Consiglio di presidenza urgente «per valutare le azioni da intraprendere in difesa del Parlamento siciliano a seguito delle gravi e infamanti dichiarazioni da parte delpresidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo». Alla riunione è stato invitato a partecipare l'avvocato Enrico Sanseverino.

Crocetta: libri Riscossione in tribunale. Per il governatore Rosario Crocetta il voto dell'Ars che ha cassato la norma che assegnava 2,5 milioni per la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia "è un atto gravissimo in una fase in cui è impegnata nella lotta all'evasione" e perché adesso la società "sarà costretta a portare i libri contabili in Tribunale" con la gestione "che così passa a Equitalia, quello che questo Parlamento non vorrebbe". Intervenendo in aula Crocetta ha contestato la scelta del voto segreto sull'emendamento soppressivo del M5s: "Il voto segreto, che il M5s vuole abolire a livello nazionale, non permette di individuare i responsabili di un danno spaventoso nei confronti del popolo siciliano". E rivolgendosi al Parlamento il governatore ha aggiunto: "Ritengo che dovremmo sentirci dopo per cercare di riparare a questa situazione. Non credo che questo Parlamento possa avallare la consegna della riscossione delle tasse a Equitalia".

 

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