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Terrorismo, Alfano: "In Italia prevenzione ma non esiste il rischio zero"

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano

ROMA. Il sistema di prevenzione è «un lavoro grigio che non si vede ma è fondato su numeri importanti. Non serve a centrare il rischio zero ma ad abbassare il coefficiente di rischio, perchè nelle nostre società il rischio zero non esiste». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a Radio Anch'io su Rai 1. «L'Italia ha leggi importanti ed efficaci, non ha sbagliato le politiche negli anni passati e non abbiamo le periferie francesi con immigrati che spesso non sono integrati», ha detto il ministro, rispondendo ad una domanda sulla dichiarazione del presidente francese Hollande sulla necessità di cambiare la Costituzione sui poteri straordinari del presidente in caso di minaccia allo Stato e sullo stato di guerra.

«Ora - ha sottolineato Alfano - applichiamo le stesse misure di prevenzione personale che avevamo per i mafiosi, consideriamo reato il fatto stesso di andare a combattere all'estero, abbiamo fatto decine di espulsioni, abbiamo avuto risultati importanti sulle prevenzione». «Ci sono 24 mila unità tra Roma e provincia: 24mila persone in divisa presidiano la città e la periferia. Abbiamo deciso di utilizzare 1.000 uomini nelle forze armate, 700 sono già in arrivo, altri 300 arriveranno successivamente. Inoltre il prefetto ha a disposizione 1.226 militari per Strade sicure». Sono i numeri della sicurezza nella Capitale elencati dal ministro dell'Interno.

«Questo - ha ribadito - non per presidiare dal punto di vista militare, ma per aumentare i presidi fissi: non vedremo camionette girare per Roma». Alfano ha spiegato che è stata rafforzata la vigilanza sui «siti francesi, gli obiettivi vaticani, i centri di aggregazione turistica, 12 aeree del centro storico di maggiore frequentazioni e le aree dedicate alla movida: un piano assolutamente significativo». - «Gli anni finaziari 2013, 2014, 2015 sono tutti in positivo» e «sui numeri per la sicurezza anche il 2016 sarà così». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a Radio Anch'io su Rai 1 rispondendo alle critiche sulle risorse da destinare alla sicurezza. Secondo il ministro «c'è stato un equivoco perchè le risorse sono state allocate in fondi differenti». Quanto al «capitolo del personale», Alfano ha rivendicato di essere «arrivato al Viminale col blocco del turn over, l'abbiamo prima dimezzato, poi dal 2016 quelli che andranno in pensione potranno essere sostituiti da giovani poliziotti».

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