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Delrio, riforme: "Approviamole, ma poi legge ordinaria sullo Stato"

Quanto al piano per il Sud, il ministro sottolinea: "L'obiettivo è favorire gli imprenditori che decidono di potenziare la loro attività. Tra le opzioni c'è la defiscalizzazione degli investimenti"

ROMA.  «Per sposarsi bisogna essere in due. Non è sbagliato che per modificare la Costituzione si cerchi l'accordo con tutti. Ma ha ragione Ettore Rosato: se si sta al merito un'intesa si trova anche dentro al Pd. E invece vedo che c'è chi tira fuori il listino, chi il ritocco chirurgico. Non dimentichiamo l'impostazione originaria del progetto». Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che in un'intervista al Corriere della Sera affronta il tema delle riforme e del confronto interno al Pd.

«Il tema dell'elezione diretta non è mai stato all'ordine del giorno - spiega Delrio -. Abbiamo sempre parlato di rappresentanza indiretta, attraverso i delegati delle Regioni e degli enti territoriali. Una scelta coerente, perchè è la stessa seguita per le Province. Mi sembra, invece, che ci sia ancora la tentazione di scimiottare la Camera. Tuttavia il tema dell'elezione potrebbe essere rimandato a un provvedimento successivo, a una legge ordinaria. Così sarebbe possibile armonizzare le nuove regole con l'Italicum che, come noto, è una legge ordinaria».  Secondo il ministro «la decisione non è mai una prova di forza ma la risposta a un problema. Già negli anni '50 Dossetti parlava delle necessità di superare un certo bicameralismo. Renzi non vuole lasciare tutto a bagnomaria. Ed è una decisione giusta». Quanto alla presenza del premier alla finale tutta italiana degli Us Open di tennis, Delrio sottolinea: «Ha voluto rappresentare l'orgoglio dell'Italia nel momento in cui il Paese è sotto gli occhi di tutti, con due ragazze del Sud protagoniste. Ha fatto bene».

Quanto al piano per il Sud, il ministro sottolinea: »L'obiettivo è favorire gli imprenditori che decidono di potenziare la loro attività. Tra le opzioni c'è la defiscalizzazione degli investimenti«. E alla domanda se ci siano anche interventi infrastrutturali, risponde così: »Certo. Puntiamo sulla interconnessione fra reti diverse, collegando alla ferrovia gli aeroporti di Lamezia Terme e Catania, e alla metropolitana quello di Napoli. Poi c'è il potenziamento della ferrovia Salerno-Reggio Calabria, della Palermo-Catania, della...«. »Nessun libro dei sogni - spiega il ministro -. I dati sul lavoro e sui consumi ci dicono che c'è un inizio di ripresa. Adesso comincia la fase due: oltre alle riforme e alla riduzione delle tasse, bisogna rafforzare gli investimenti. Non parlo di grandi opere ma di progetti utili allo sviluppo del Paese. L'edilizia è il settore che ha pagato di più la crisi. E da solo può far girare il vento: l'80% dei materiali utilizzati viene dal nostro Paese, crea un indotto formidabile«.

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