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Renzi non vuole perdere tempo sulle riforme e avverte il Pd: basta urlare

Il premier Matteo Renzi

ROMA. Nessun passo indietro sulle riforme, scuola compresa. Il premier Matteo Renzi usa la sua newsletter per mandare un messaggio chiaro a tutte le opposizioni e alla minoranza Pd : «L'idea che la maggioranza non perda tempo e non rinvii le sue decisione è un fatto di grande rilievo». Un messaggio che il presidente del Consiglio declina su vari temi: dal fisco con la presentazione martedì in Cdm 6 decreti legislativi per «cambiare il rapporto tra lo Stato e i cittadini», alle riforme, senza tralasciare una strigliata al Partito Democratico, reo di aver perso perso un po' di vista la sua 'mission': «Il Pd deve parlare ai cittadini non alle sue correnti», è la convinzione del premier che accusa: «Urlare e insultare riesce a tutti, cambiare e costruire invece tocca a noi».  È il rischio Grexit però il primo tema che il presidente del Consiglio sceglie di trattare nella sua newsletter. Il capo del governo sottolinea come in queste ore ci sia tutte le cancelliere europee siano al lavoro per evitare che Atene esca fuori dall'euro.

L'argomento sarà discusso lunedì a Bruxelles nel vertice straordinario, ma già domani avrà un antipasto nel faccia a faccia tra il leader Dem e il presidente francese Francois Hollande. L'incontro all'Expo a Milano sarà però  l'occasione per parlare di immigrazione, un «un problema di portata storica» osserva Renzi che può essere risolto solo con un impegno concreto in cui la solidarietà europea sia «di accoglienza, ma anche economica». E se L'Italia è investita in prima persona dalla bufera dell'immigrazione, il Capo del governo dedica ampio spazio nella sua Enews proprio a parlare della situazione interna del nostro Paese evidenziando come in campo economico l'Italia non sia più considerata «come il malato da curare ma un partner». L'economia è in ripresa, ma ammette Renzi «non sono ancora contento. Siamo sulla buona strada, ma c'è molto da fare, specie nel settore che ha patito più la crisi, l'edilizia».

Insomma, nonostante le difficoltà che sta attraversando il governo e le turbolenze della maggioranza, il premier non mostra incertezze anzi, va all'attacco in particolare parlando della riforma della scuola, di chi a suo dire «blocca con migliaia di emendamenti e poi accusa il governo di non voler fare le assunzioni. Noi - avverte - non vogliamo fermarci per far assumere va cambiato il sistema scuola». Stessa determinazione anche per le riforme costituzionali che da luglio torneranno sotto i riflettori di palazzo Madama: «Se sei al Governo e vuoi sconfiggere il populismo e l'antipolitica l'unica strada che hai davanti a te è fare le riforme. Farle presto, farle bene, farle tutte». Non manca poi l'immancabile riferimento ai cosiddetti 'gufì che il capo del governo chiama in causa a proposito dell'Expo: «Doveva essere un fallimento totale e sarebbe divertente andare adesso a riprendere la rassegna stampa di chi ne chiedeva il blocco appena qualche mese fa - ironizza il leader dem - ma quando l'Italia fa il suo mestiere, quando cioè l'Italia fa l'Italia, non ce n'è per nessuno».

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