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Nuova legge elettorale, i sondaggisti: oggi vincerebbe il Pd

«Se si votasse oggi con l'Italicum il Pd stravincerebbe» ma sapere cosa succederà tra 2 anni «è impossibile», afferma Nicola Piepoli

Renato Mannheimer

ROMA. La nuova legge elettorale contribuirà a confermare l'attuale quadro politico, come lamentano i critici della riforma che accusano la maggioranza di aver dato vita ad una legge che «incorona» Matteo Renzi leader del Partito Unico al comando? O è una riforma che, da ora a quando verrà applicata, scompaginerà l'offerta politica, creando nuove alternative per gli elettori? Le due diverse ipotesi restano in campo, almeno a sentire l'opinione dei  sondaggisti.

«Se si votasse oggi con l'Italicum il Pd stravincerebbe» ma sapere cosa succederà tra 2 anni «è impossibile», afferma Nicola Piepoli. «Predire il futuro oggi, alla vigilia dell'anniversario della morte di Napoleone  dovrebbe far riflettere sulla distanza siderale che ci separa dalle politiche del 2013. La distanza che c'è tra il nostro tempo e la morte di Napoleone, infatti, è paradossalmente inferiore a quella che c'è tra oggi e 27 mesi fa» afferma il sondaggista, che spiega: «la leadership di Renzi è forte e in termini di inconscio collettivo è superiore a quella di 27 mesi fa: potrebbe stare al potere 30 anni se la società fosse quella di Napoleone, ma oggi viviamo nel 'secolo renziano'. Tempi che si caratterizzano per una situazione molto liquida».

A prefigurare novità nel quadro dell' offerta politica nel caso in cui si andasse oggi al voto è invece Renato Mannheimer. Per il sociologo e sondaggista «è improbabile che se si andasse a votare con l'Italicum a presentarsi sarebbero i partiti che vediamo ora. E poi una campagna elettorale cambia tutto». Detto questo, secondo Mannheimer il Pd sarebbe il primo partito ma sarebbe necessario andare al ballottaggio: al quale vincerebbero comunque i democratici. Il M5s, secondo la sua analisi, recupererebbe qualcosa e «anche Salvini andrebbe molto bene» anche se «l'incognita Berlusconi esiste sempre: lui, in campagna elettorale, è stato sempre una sorpresa».

 Stando ai numeri dell'Istituto Piepoli, in ogni caso, ad oggi «il Pd viaggia tra il 37 e 40 per cento, a seconda delle settimane di rilevazione. I 5 stelle risalgono, ma in maniera aleatoria, non drastica. Hanno un 20% di zoccolo duro praticabile, dimostrano grande vitalità, ma si dovrebbe realizzare una vera e propria rivoluzione per farli diventare il primo partito». Detto questo, la distanza che c'era tra il Pd e il M5s nel 2013 era «impercettibile», quasi come quella che «c'era tra il centro-destra e il centro-sinistra quando vinse Prodi». Ora questa distanza sarebbe, al contrario, «ultra-percettibile», tra i 15 e i 18 punti percentuali.

Un'analisi dei risultati elettorali che si avrebbero con l'Italicum è stata fatta dal servizio Studi della Camera, che ha ricalcolato anche i dati delle europee. Il 25 maggio 2014 il Pd ha ottenuto più del 40% dei voti validi e quindi, con la nuova legge, non sarebbe stato necessario procedere al ballottaggio, potendo ottenere direttamente i 340 seggi garantiti dal premio. Le liste che avrebbero superato la soglia del 3% dei voti validi sarebbero state 7: il M5s avrebbe preso 103 seggi, Fi 82, Lega Nord 30, Ucd-Udc 22, Altra Europa 19 seggi, Fdi-An 18 e 4 sarebbero andati alle circoscrizioni Trentino A.A. e Valle D'Aosta.

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