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Grillo: "Pronti al dialogo su riforma Rai e reddito di cittadinanza"

In un'intervista al Corriere della sera, il leader del Cinquestelle non esclude il confronto con il Pd e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

ROMA. Sul reddito di cittadinanza e riforma della Rai è disposto a trattare: «Dialoghiamo con tutti, anche con il Pd. Ma ci deve essere onestà intellettuale». Queste le battaglie del Movimento Cinque Stelle, in un'intervista di Beppe Grillo al Corriere della Sera.

Grillo ritiene «assolutamente» possibile aprire un dialogo con il presidente della Repubblica Mattarella, che descrive come «un garante della Costituzione molto preparato».

«Il reddito di cittadinanza è vedere il mondo del lavoro in un altro modo, è un diritto civile», spiega: «È destinato a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge. Sono 780 euro al mese, ma varia a seconda del numero dei componenti familiari» e «chi ne usufruisce segue un percorso con lo Stato. Gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito».

Le coperture - a suo avviso - si potrebbero ricavare dalle spese per gli armamenti, dal gioco d'azzardo e da una patrimoniale: ci sono «persone che hanno 2-3 milioni di euro di reddito. Se gli prendi lo 0,5-l'1% a questo scopo non credo siano contrari. Discuteremo anche con la Cei...».

«Per noi - aggiunge Grillo - il principio è che nessuno deve rimanere indietro, se no vanno su le destre, i fascisti...».

Sull'avanzata della Lega si limita a dire: «È stata al governo, è artefice del patto di Dublino e ha investito fondi in Tanzania. La gente è confusa, andiamo sul palco e diciamo tutti la stessa cosa, ma noi abbiamo sempre fatto le cose che abbiamo detto».

Per la imminente campagna elettorale cambio di strategia: «Nelle liste per le Regionali abbiamo persone di prim'ordine. Le piazze non funzionano più. Resteremo sotto il palco, staremo a contatto con la gente. Io già faccio gli autogrill, mi sento un attivista come lo ero nel 2005-2006».

E sui divieti di andare in tv dice di preferire sempre la Rete, ma «capisco che ci sia una fetta di elettorato che si informa con i canali tradizionali. Può essere che forse abbia sbagliato io»

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