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Scontro Lega sul Veneto, Zaia: "Tosi ha sbagliato i modi"

Per il governatore il sindaco di Verona ha imposto decisioni senza consultarsi

VERONA. «È come andare a fare un matrimonio e invece di andare dal prete si passa una giornata intera dall'avvocato. Il matrimonio si fa per amore». Lo ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando le tensioni nella Lega Nord per la formazione delle liste alle prossime elezioni regionali. «Tosi - ha spiegato - ha sbagliato le modalità venendo a imporre decisioni senza nemmeno chiedere prima». E sull'appello allo statuto ribadito da Tosi dopo la decisione deliberata lo scorso 14 febbraio dal Consiglio nazionale della Liga Veneta, Zaia ha affermato: «Non si può ridurre tutto ad una questione di carte bollate. Quando ci siamo trovati con il segretario federale Salvini, Tosi si è limitato a voler imporre lo statuto». «La squadra - ha aggiunto - deve essere fatta di comune accordo ed il tema delle liste civiche nasce da molto prima di quel consiglio nazionale». «Io ci metto la faccia e ricordo che qualche consigliere della nostra maggioranza in questi cinque anni se n'è andato».

«La partita lombarda non ha senso. Se i lombardi fossero così brutti e cattivi nel 2010 non avrebbero ceduto la presidenza del Veneto alla Lega rinunciando a quella della Lombardia». Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, ospite in serata ad un dibattito prodotto dal Consorzio Reti Nord Est, in onda su Antenna3 Veneto, Telenuovo e Tva Vicenza. Sulle ingerenze di Salvini denunciate dal sindaco di Verona (e segretario della Liga Veneta) Flavio Tosi, Zaia ha affermato: «Io penso di essere più veneto di tanti che si lamentano dell'egemonia lombarda». «E non è un metodo giusto per dialogare - ha aggiunto - avere imposte le cose da fare». E sulla questione del blocco dei mandati e dell'appello di Tosi alle decisioni deliberate a maggioranza dalla Liga Veneta: «Non puoi far pesare solo le scartoffie. E non ti puoi lamentare dell'autonomia del Veneto e dire che ti avevano promesso di fare il governatore del Veneto in una riunione a casa di Calderoli». «Io non sono mai andato a casa di nessuno per perorare la mia causa - ha continuato Zaia - e mi sembra che Calderoli abiti in Lombardia, non in Veneto». «Qui tutti studiano la formazione, ma il campionato inizia fra tre mesi ed io andrò in campo cercando di segnare i gol» ha concluso.

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