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Torrisi: «In Sicilia il turismo cresce anche se di poco ma la metà dei letti resta vuota»

Per il presidente di Federalberghi «San Vito lo Capo è riuscita a diventare destinazione di successo, le presenze aumentate del 15%»

Spiega che è possibile rilanciare il turismo in Sicilia investendo sulle infrastrutture. Ribadisce che senza l'aiuto di Roma la Regione rischia il default. Quindi, «è opportuno che la Regione concordi un piano col governo nazionale che consenta di superare la crisi economica e finanziaria». A parlare è il presidente di Federalberghi Sicilia, Nico Torrisi, già assessore regionale alle Infrastrutture nel Crocetta-bis. I dati confermano che il turismo nell'isola vive una situazione a tinte fosche. Rispetto allo scorso anno il trend degli arrivi non ha subito flessioni, anzi le rilevazioni di Travelnostop.com presentano una lieve crescita del 2-3 per cento.

Come giudica l'andamento del turismo in Sicilia?

«È una situazione che vive a macchia di leopardo perché ci sono zone che hanno avuto e continuano ad avere ottime performance. Mi riferisco, per esempio, a Taormina che è una destinazione matura e apprezzata nelle fasce di alto livello. Rispetto al 2013 si è registrato un lieve incremento dello 0,87 per cento con più 1.363 pernottamenti. Sul versante occidentale San Vito Lo Capo è riuscita a diventare destinazione di successo, dove le presenze complessive nell'ultimo anno sono cresciute da 481.903 a 555.736, registrando quindi un aumento del 15%. Il dato più grave, però, è che in media oltre la metà dei posti letto a disposizione nelle strutture ricettive dell'isola resta invenduta. C'è un grande interesse del mercato internazionale nei confronti della Sicilia. Non parlo di quello nazionale perché essendo finiti i soldi, gli italiani viaggiano molto meno e per un minor numero di giorni».

 

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