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Attacco della Uil: "Politica siciliana non taglia sprechi, danno per lavoratori"

Il segretario Claudio Barone afferma che a pagare il conto di certe scelte sono i lavoratori e sottolinea anche l'emergenza dei 26 mila precari degli enti locali

 PALERMO. “Lo diciamo forte e chiaro: è ora di finirla. La politica siciliana non taglia gli sprechi e continua a fare pagare il conto ai lavoratori. La situazione è drammatica. I siciliani non ne possono più di sacrifici e incertezze e di pagare per le colpe di una politica che non intende rinunciare ai propri privilegi”.

Lo dice Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “Sino ad oggi non è stato fatto nulla per abbattere le spese per consulenze e indennità e gli sprechi nella Sanità. Si tagliano, invece, i servizi essenziali ai cittadini. Le risorse europee non si riesce a spenderle e si vogliono bloccare anche gli investimenti produttivi, come ad esempio i due miliardi di euro previsti dall’accordo con l’Eni sulle prospezioni petrolifere. Peccato che la tutela dell’ambiente venga invocata per bloccare le trivellazioni, da quelle stesse persone che non si assumono le loro responsabilità sullo sfascio della raccolta dei rifiuti, già sull’orlo del disastro ecologico”.

E il leader della Uil continua: “C’è anche l’emergenza dei 26mila precari degli Enti locali, in questa condizione da decenni. Ogni anno il copione non cambia e la scelta di mantenerli precari, che non ha giustificazioni economiche, si spiega solo con la precisa volontà del ceto politico di tenerli sotto ricatto. Restano pochi giorni per salvarli, come al solito in “zona Cesarini”. Per quanto riguarda i dipendenti regionali un piano di risparmio con i prepensionamenti è auspicabile ma occorre che il Governo nazionale conceda l’applicazione della Pre Fornero in Sicilia. La burocrazia va snellita e il personale utilizzato meglio ma con procedure contrattate e trasparenti senza i soliti pasticci. Confermiamo al Governo regionale la volontà di confrontarci per cambiare e superare queste emergenze. Non intendiamo offrire alibi a nessuno ma non possiamo certo accontentarci ancora di vuote promesse. I lavoratori hanno bisogno, oggi più che mai, di risposte vere e concrete”.

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