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Formazione professionale, tremila lavoratori sospesi o licenziati appesi ad un filo

Bloccate le riassunzioni: mancano gli elenchi da cui gli enti dovranno attingere. Genco: già 2.500 i contratti di solidarietà

Mariella Lo Bello - FORMAZIONE. Agrigentina, dipendente delle Poste e una lungamilitanza nella Cgil, nella città dei Templi è stata la prima segretaria generale donna del sindacato dei pensionati, la prima anche nel sindacato regionale in una camera del lavoro. Diventa poi segretario generale della Cgil a livello provinciale. Assessore al Territorio e Ambiente nella giunta Crocetta, era stata sostituita nel rimpasto di aprile con la «collega» Mariarita Sgarlata. Pochi giorni fa era stata scelta da Crocetta per far parte del suo ufficio di gabinetto

PALERMO.  Resta appeso ad un filo il futuro di quasi tremila formatori della formazione sospesi o licenziati, mentre per i contratti di solidarietà siglati dai dipendenti per salvare il posto avrebbero raggiunto già quota 2.500. Troppe le istanze che stanno giungendo al dipartimento della Formazione per creare le liste di «mobilità orizzontale», cioè gli elenchi dai quali gli enti dovranno attingere se avranno bisogno di assumere personale.

La trasmissione dei dati procede a singhiozzo e le liste non sono ancora pronte. Così i dipartimenti del Lavoro e della Formazione hanno modificato la direttiva che fissa le regole per chiedere il finanziamento dei corsi: in pratica gli enti non dovranno dichiarare subito da dove attingeranno il personale, ma solo al momento dell’erogazione della prima tranche del finanziamento. E se non recluteranno dipendenti degli elenchi di mobilità, non riceveranno alcuna risorsa.

Per presentare le istanze ci sono ancora circa due mesi di tempo. Dal canto loro, i lavoratori non potranno rifiutare l’assunzione o saranno cancellati dall’elenco. In ogni caso, il trasferimento dovrà avvenire nel raggio di massimo 50 chilometri dalla sede di lavoro originaria. Sono questi alcuni dei paletti posti dall’assessorato alla Formazione, oggi guidato da Maria Lo Bello, che in settimana incontrerà i sindacati per rassicurarli sul nodo principale della questione: la disponibilità delle risorse.

«Avviare i corsi senza i soldi a disposizione - dice Giovanni Migliore della Cisl - rischia di creare un ulteriore danno ai lavoratori. Ad oggi, nella direttiva non è specificato da nessuna parte dove devono essere attinte le risorse».

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