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Jobs Act, il ministro Poletti: "Per me non cambia, gli scioperi sono politici"

"Una riforma contro la precarietà. Le manifestazioni sono mosse da motivi politici"

 ROMA. «C'è una discussione parlamentare in corso» sulla delega sul lavoro, «vediamo come si sviluppa», ma ciò che pensa il Governo è scritto nella legge e nel mio intervento al Senato. Quindi, per quanto mi riguarda, la legge potrebbe essere approvata nel testo attuale". Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, in un'intervista a La Stampa, nella quale risponde alle critiche sull'articolo 18, il demansionamento e il controllo a distanza rimarcando che »per la prima volta nella storia di questo Paese c'è un governo che anzichè promettere interventi generici, decide una riforma radicale contro la precarietà. Questi sono i fatti".

Sugli scioperi generale annunciati da Fiom e Cgil Poletti si limita a osservare che "siamo in democrazia, ciascuno ha la libertà e la responsabilità di fare le proprie scelte. Ma mi permetto di dire che nel merito ritengo questi scioperi ingiustificati". Dunque sono mossi solo da ragioni politiche? "Se uno ritiene di fare uno sciopero per contestare i contenuti di una legge, evidentemente è mosso da ragioni di questo tipo", risponde.

"È bene - dice il ministro - che tutti coloro i quali intervengono intorno ai temi del lavoro evitino di alzare i toni oltre un certo livello«. Quindi aggiunge: »La settimana scorsa sono accaduti dei fatti che parlano da soli. Usiamo i toni giusti, e confrontiamoci nel merito, è l'unica cosa che conta".

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