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Regionali nel Siracusano, Gianni accusa: "Irregolarità nel voto"

PALERMO. Ancora polemiche per il il voto in 9 sezioni, sei a Rosolini e tre a Pachino, disposte dal Consiglio di giustizia amministrativa che hanno decretato l'elezione all'Ars di Pippo Gennuso subentrato a Pippo Gianni. L'escluso da sala d'Ercole adesso non ci sta. E in una lettera inviata ai presidenti della Repubblica e della Regione denuncia fra l'altro «irregolarità formali e sostanziali» nello svolgimento della mini tornata elettorale del 5 ottobre scorso.

Gianni sostiene fra l'altro, oltre ai vizi di procedura nella proclamazione di Gennuso, anche che «nei seggi elettorali del Comune di Pachino, gli elenchi degli aventi diritto al voto, in palese contrasto con quanto disposto dalla sentenza del Cga 394/2014, contenevano diverse anomalie, finanche i nominativi dei defunti, causando la vidimazione di un numero maggiore di schede elettorali rispetto al reale corpo elettorale». E ancora che «gli elettori del Comune di Pachino non sono stati regolarmente informati della ripetizione del voto nelle sei sezioni previste nella sentenza del Cga infatti l'affissione e la pubblicazione dei manifesti elettorali è avvenuta in palese contrasto con quanto previsto dalla norma e nessun adempimento relativo alla comunicazione ed all'informazione è stato ottemperato nei confronti degli elettori residenti all'estero».

Gianni sostiene anche che «la documentazione e i prospetti regionali contenenti il numero di voti validi dei gruppi di liste provinciali non sembra essere stato rielaborato secondo le nuove cifre della circoscrizione di Siracusa».

«Si è  verificato - lamenta - il superamento della autonomia del Parlamento regionale siciliano, essendosi introdotta una deroga inammissibile quanto illegittima, alla norma che prevede la eliminazione dal conteggio dei voti di tutte quelle schede affette da vizi e/o anomalie. Così operando, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha aperto una falla nel sistema, che consentirà ad ogni elezione la predisposizione di ricorsi tendenti ad una ripetizione del voto».

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