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Jobs act, Forza Italia: il soccorso azzurro non ci sarà

Romani: noi siamo all'opposizione. Sul Jobs act "ci esprimeremo a seconda di quel che viene presentato", conferma il senatore azzurro Lucio Malan, sottolineando che da parte del governo "ci sono stati numerosi passi indietro"

ROMA. "Sulla modifica dell'art. 18 non c'è mai stata l'ipotesi del soccorso azzurro. Noi siamo all'opposizione". Lo afferma Paolo Romani al termine dell'ufficio di presidenza di Forza Italia.

Sul Jobs act "ci esprimeremo a seconda di quel che viene presentato", conferma il senatore azzurro Lucio Malan, sottolineando che da parte del governo "ci sono stati numerosi passi indietro". "Abbiamo approvato, alla unanimità, un documento sulla situazione politica: siamo alternativi alla politica economica e alla politica estera del governo. Non mi sembra poco", conclude il parlamentare forzista conversando con i cronisti davanti a Palazzo Grazioli dove è in corso l'Ufficio di presidenza di Fi.

Camusso: delega? Governo non può fare quel che vuole. Ma sulla riforma del lavoro il governo deve anche risolvere il contenzioso con i sindacati: "Dubito che il nostro ordinamento preveda che una delega permetta di fare quello che si vuole, perchè sarebbe come dire che non siamo più una Repubblica parlamentare", dice la leader Cgil Susanna Camusso su Jobs Act e articolo 18. "La legislazione è una attività del Parlamento, dopodichè ciò mi conferma che c'è una idea del tutto ideologica del Governo che è quella che invece di lavorare sull'estensione delle tutele vuole cancellare dei diritti immaginando che questo possa rappresentare un luminoso futuro".

Gli altri temi messi sul tavolo dal Governo, come l'ipotesi del Tfr in busta paga? "Ci sembra - risponde Susanna Camusso - che si stia facendo l'operazione di concentrare l'attenzione ogni giorno su una novità nuova, in realtà si sta esercitando un cambiamento culturale a nostro avviso molto drammatico per il Paese, quello per cui esiste solo il diritto di licenziare per le imprese e non il diritto del lavoro e la tutela dei lavoratori". Il segretario generale della Cgil lo ha detto a margine di un convegno sulla riforma degli appalti pubblici. Già nel suo intervento, aveva sottolineato l'impatto che avrebbe la riforma dell'articolo 18 sul settore: "gli effetti di un cambiamento della norma, e gli effetti dell'idea che c'è la totale libertà di licenziamento, nel sistema degli appalti può creare un vero disastro" e "far saltare" anche l'ultimo baluardo "della clausola sociale". Così non ci sarebbe più spazio per affrontare i problemi in termini di "solidarietà e mantenimento" e "si risolverebbe tutto con i licenziamenti".

Camusso ha quindi accennato alla manifestazione indetta per il 25 ottobre a Piazza San Giovanni a Roma: "Sarà l'inizio di una stagione", dice, auspicando ancora un percorso unitario dei sindacati. Lo ha detto indicando che anche il tema della riforma degli appalti dovrà avere spazio "nella mobilitazione del 25 e in quello che seguirà dopo il 25. Perche è chiaro che dopo il 25 il mondo non diventerà quello giusto, resterà complicato".

La Cgil attende in piazza a Roma "così tanta gente che non ci sarà posto neanche per un banchetto" ma, dice Camusso, "a proposito del mondo dei garantiti e dei non garantiti, bisognerebbe intrecciare l'iniziativa con la proposta della Cgil che riguarda gli appalti. Se ci può essere uno stand a piazza San Giovanni dovrebbe essere quella della raccolta firme della legge sugli appalti".

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