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Ars, taglio agli stipendi da agosto

L’accordo di massima raggiunto tra sindacati e Ars prevede anche una sorta di scappatoia per i superburocrati

PALERMO. I tagli scatteranno dal primo agosto, ma per i superburocrati del Parlamento siciliano è prevista una sorta di scappatoia: chi vorrà evitare la scure sull’indennità potrà presentare la domanda di prepensionamento entro il 13 agosto per lasciare il primo ottobre. È quanto prevede l’accordo di massima raggiunto tra sindacati e Ars. L’intesa fissa il tetto dei 240 mila euro per gli stipendi dei dirigenti dell’Ars. Ma così come già deciso da Camera e Senato, gli oneri contributivi dovrebbero essere considerati a parte (si parla di una fetta pari al 25 per cento dell’indennità). Ad essere interessati saranno i vertici dell’amministrazione di Palazzo dei Normanni, dai consiglieri parlamentari al segretario generale. Sarebbero tredici in tutto i burocrati che sfiorano il tetto imposto ma che potranno lasciare l’incarico garantendosi lo stesso livello retributivo. Non a caso il deputato questore Nino Oddo ha lasciato intuire che nel breve periodo la spesa potrebbe aumentare: gli stipendi d’oro si trasformeranno in pensioni d’oro e chi sarà chiamato a sostituire i superburocrati sarà promosso. Il primo a lasciare dovrebbe essere il segretario generale, Sebastiano Di Bella, che ha già scelto la strada del pensionamento e lunedì sarà sostituito dal consiglio di presidenza. Restano da definire i tagli che dovranno essere applicati in maniera proporzionale alle altre fasce, ma per questo sarà redatta un’apposita tabella nei prossimi giorni. Ad ogni modo il taglio, che avverrà entro settembre, sarà retroattivo.

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