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La Regione non dà soldi e il Parlamento non paga gli stipendi

L’assessorato all’Economia non versa da mesi il contributo ordinario. Domani niente busta paga per deputati e 270 dipendenti e 160 collaboratori

PALERMO. La Regione non ha inviato all’Ars i trasferimenti ordinari. E così domani il Parlamento non pagherà gli stipendi. I calcoli sono ancora in corso a Palazzo dei Normanni ma è probabile che nè i deputati nè gli amministrativi riceveranno la busta paga. E potrebbe profilarsi un rinvio di settimane.
Nel giorno in cui Ardizzone annuncia la riduzione degli stipendi d’oro, l’Ars è costretta a fare i conti con le casse vuote. Il Parlamento vive dei finanziamenti assegnati dalla Regione, che quest’anno ammontano a 149 milioni.
La legge vorrebbe che i fondi vengano erogati in due tranche, a gennaio e giugno, ma è prassi che arrivino più o meno mensilmente. Da un paio di mesi invece, secondo quanto si apprende in Parlamento, l’assessorato all’Economia non trasferisce nulla. E all’Ars hanno praticamente esaurito le riserve.
I soldi in cassa basterebbero appena a pagare gli 8.300 euro netti ai 90 deputati. Mentre non resterebbe nulla per i 270 dipendenti di ruolo e i vari collaboratori dei gruppi parlamentari (circa 160). A questo punto ieri la macchina amministrativa si è fermata e nessun pagamento è stato disposto in attesa di conoscere la data in cui la Regione verserà le rate ordinarie. Quando si avrà chiarezza sull’entità del problema e sui tempi verrà deciso come distribuire le poche risorse in cassa: si stabilirà cioè una priorità nei pagamenti.
Dunque domani nè i deputati nè il personale amministrativo riceveranno lo stipendio. Un ritardo che negli ultimi anni si è verificato un paio di volte, sempre per lo stesso motivo. Solo che, adesso, non c’è certezza sui tempi di recupero.
Tra l’altro, il ritardo nell’erogazione dei fondi da parte della Regione si registra proprio nei giorni del grande gelo fra Crocetta e Ardizzone. Un irrigidimento dei rapporti nato proprio dal pressing con cui il presidente della Regione ha provato prima a tagliare gli stipendi a tutti i dipendenti dell’Ars poi a ridurre sensibilmente i trasferimenti ordinari. Ma sia la norma con cui sarebbero stati equiparati i compensi all’Ars e quelli alla Regione sia il comma che riduceva i fondi sono state dichiarate inammissibili per violazione dell’autonomia del Parlamento.
Da qui le nuove polemiche. Crocetta ha accusato il Parlamento di voler «conservare i privilegi mentre in tutti gli altri rami della Regione sono in corso tagli profondi».
Ieri la notizia del rintardo nel pagamento degli stipendi si è diffusa velocemente all’Ars creando molta irritazione. Tra l’altro in Parlamento si avverte una forte tensione frutto delle trattative che il consiglio di presidenza sta condecendo con i sindacati interni per arrivare a un taglio degli stipendi anche per le categorie intermedie, dopo quello incassato ieri per le fasce dirigenziali.

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