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La Finanziaria Ter salva i Pip per altri 36 mesi

Sbloccati i fondi congelati a inizio anno per precari, forestali e Comuni. Nove milioni per gli enti della storica Tabella H. Ecco la manovra sfornata dalla giunta Crocetta per riportare ordine nei bilanci dopo i rilievi della corte dei conti

PALERMO. Vengono corrette e riproposte molte delle norme impugnate a gennaio dal Commissario dello Stato. Si sbloccano i fondi congelati a inizio anno per precari, forestali e Comuni. Arrivano tagli per l’Ars ma c’è anche la proroga triennale per i Pip di Palermo. Ecco la Finanziaria ter: messa a punto ieri dalla giunta Crocetta per riportare il bilancio in equilibrio dopo i rilievi della Corte dei Conti e per garantire il budget a tutti gli enti e i lavoratori che si muovono nella galassia regionale. La prima mossa è, appunto, destinata a sbloccare gli accantonamenti che erano stati fatti a gennaio in attesa di conoscere i limiti del patto di stabilità. Ottenuto da Roma un allargamento del perimetro di spesa, Crocetta sbloccherà 320 milioni per precari, consorzi di bonifica, forestali, Comuni, Ast, scuole. Fra le norme della prima Finanziaria che verranno riproposte c’è quella che introduce in Sicilia il reddito minimo per i disoccupati: «Pensiamo di prevederlo - ha spiegato ieri Crocetta - per chi ha meno di 5 mila euro all’anno. E darà a tutti la quota che manca per raggiungere almeno questa soglia di reddito». Ancora da individuare il finanziamento necessario. Mentre è certo che verranno stanziati 60 milioni per assicurare per altri tre anni l’impiego dei circa 3 mila Pip di Palermo: «La norma - ha illustrato Crocetta - prevederà la proroga del progetto. Ma nel frattempo i Pip dovranno sfruttare le misure di fuoriuscita dal bacino. Fra cui quella che prevede di ricevere subito il compenso che daremmo nel triennio a patto però di dimettersi».
Verranno stanziati 8 o 9 milioni per il bando che finanzia gli enti una volta foraggiati con la storica Tabella H. Ma alcune sigle verranno aiutate con norme e fondi autonomi: «Il Mandralisca, la Fiumara d’Arte, le Orestiadi di Gibellina, così come il Banco Alimentare, le associazioni antiracket e le fondazioni Falcone e Pio La Torre vanno tutelate per la loro autorevolezza» ha detto Crocetta. Che ha previsto anche di ridar vita ai fondi per i teatri (circa 800 mila euro) cassati per l’impugnativa della Finanziaria a gennaio.
Allo stesso modo torneranno in vita (rivedute e corrette) le norme che alimentavano i fondi destinati alle imprese e gestiti da Ircac e Irfis. E potrebbe anche essere riproposto l’antico e mai realizzato progetto di accorpamento di Ircac e Crias.
Le norme di spesa - a parte lo sblocco delle somme accantonate a gennaio - valgono 360 milioni. Soldi che arrivano anche da tagli. «C’è una norma - ha spiegato l’assessore all’Economia, Roberto Agnello - che riduce il finanziamento ordinario all’Ars di 15 milioni all’anno. Ovviamente in questo 2014, arrivando a luglio, il taglio non può essere superiore a 7 milioni e mezzo. In ogni caso si tratta di una riduzione di fondi per spese di gestione». Nel frattempo Crocetta si è augurato pubblicamente che l’Ars «porti al traguardo le norme di riduzione della spesa legata ai dirigenti. Magari eliminando la differenza fra i 160 mila euro del tetto imposto alla Regione e dei 240 mila che si vuole imporre ai dirigenti del Parlamento».
Altri tagli sono previsti per le pensioni integrative di cui si avvantaggiano alcune categorie storiche di ex dipendenti. Un privilegio segnalato anche dal Commissario dello Stato che recentemente ha impugnato la norma con cui venivano finanziate proprio le pensioni integrative all’Eas. Per Crocetta «ce ne sono anche all’Irsap e all’Istituto Vite e Vino. Togliendole tutte risparmiamo circa 10 milioni». Una stretta arriverà anche sulle partecipate (ne leggete sotto) e da qui Crocetta prevede di incassare altre risorse «magari unendo ai tagli la vendita di alcune società come l’Azienda siciliana trasporti». Un’altra norma in cantiere prevede di cancellare comitati e commissione regionali che assicurano gettoni (anche minimi).
Fin qui il cuore della Finanziaria, destinata a garantire stipendi e spese di funzionamento nella galassia regionale. Ma molte altre norme erano ancora allo studio ieri sera intorno alle 19 quando la giunta si è riunita con l’obiettivo di arrivare all’approvazione entro la nottata. Martedì la legge sarà trasmessa all’Ars, dove Crocetta spera di tagliare il traguardo entro il 2 luglio. Il giorno dopo la Corte dei Conti si pronuncerà sulla solidità del bilancio. E, per prevenire burrasche, ecco l’asso nella manica: «Abbiamo inserito altri 150 milioni nel fondo rischi destinato a coprire i buchi frutto della cancellazione delle entrate inesigibili. Così arriviamo a 250 milioni». Gli altri tre miliardi necessari verranno trovati entro 10 anni, grazie a un accordo con lo Stato che dovrebbe mettere al riparo da nuove impugnative della Finanziaria.


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