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"Sono senza contratto", l'Ars taglia lo stipendio a 29 impiegati

PALERMO. L’Ars sospende i finanziamenti destinati a 29 dipendenti dei gruppi. Personale che a questo punto rischia di non ricevere lo stipendio già a giugno e di essere di conseguenza tagliato. È il primo effetto della sentenza con cui la settimana scorsa la Corte dei Conti ha ritenuto parzialmente irregolari i bilanci del 2013 di vari partiti rappresentati in Parlamento. La gran parte delle spese ritenute irregolari sono proprio quelle destinate al personale cosiddetto stabilizzato.
Il consiglio di presidenza, riunito dal presidente Giovanni Ardizzone, ha sostanzialmente preso atto della sentenza e ha dato mandato agli uffici di attuarla. Il principio fissato dalla sezione di Controllo della magistratura contabile, presieduta da Maurizio Graffeo, è quello secondo cui i contratti dei dipendenti dei gruppi vanno rinnovati ogni volta che inizia una legislatura, perchè al cessare della precedente si esaurisce il ruolo del datore di lavoro. La Corte ha evidenziato che alcuni dipendenti - inizialmente si era parlato di 42 su 86 ma la cifra è stata verificata e si è giunti a 29 - non hanno rinnovato il contratto nel novembre 2012, quando è iniziata la legislatura, e soprattutto non lo avevano alla data del 31 dicembre 2013. Limite fondamentale perchè la legge sulla spending review aveva dato un paracadute ai cosiddetti stabilizzati e ai portaborse ma a patto che avessero un contratto «in essere al 31 dicembre 2013». I dipendenti e i capigruppo si sono sempre difesi ritenendo che per gli stabilizzati fosse in vigore un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e che non ci fosse bisogno di proroghe. Ma la tesi che è passata ha dato loro torto.
Ora scatta subito lo stop allo stipendio. Ma se i gruppi parlamentari non avranno risorse proprie e non risolveranno il nodo-contratti, questo personale rischia il posto. Nell'elenco figura anche l'ex deputato Pippo Fallica.

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