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I fedelissimi di Fitto: primarie anche in Sicilia

Il più votato delle Europee di Forza Italia incassa adesioni. Romano e Cordaro: siamo con lui, la base deve essere ascoltata. Il capogruppo azzurro all’Ars Falcone: per Berlusconi è vicina la pace nel centrodestra, la Sicilia è un esempio

CATANIA. Lo strappo di Raffaele Fitto, l’abbraccio «federativo» di Angelino Alfano: nuvoloni oscurano l’azzurro. Forza Italia vive altri giorni difficili, divisa sul patto «offerto» dal leader di Ncd — «Alfano lancia l’idea di coalizione popolare, ma ti ha dato il permesso Renzi?», ha polemizzato in una nota il gruppo di Forza Italia alla Camera — e sulla voglia di primarie dell’ex ministro.

Fitto, dopo aver fatto il pieno di preferenze alle Europee, chiede ora che siano gli elettori a selezionare la classe dirigente del partito e il leader «prossimo venturo». Silvio Berlusconi non ha gradito. E il capogruppo al Senato, Paolo Romani, ha esclamato: «Mi auguro che Fitto rimanga e non faccia come Alfano». L’interessato, però, smentisce ipotesi di scissione: «Spaccare Forza Italia? Creare nuovi gruppi parlamentari? Contatti con partiti dell’attuale maggioranza di governo? Solo veleni, bugie e falsità letteralmente surreali». Pure i «fittiani» di Sicilia, Saverio Romano e Toto Cordaro, negano di essere pronti a brusche deviazioni di rotta. Il «loro» Pid resta dov’è. All’interno di Forza Italia: «Il no di Berlusconi alla richiesta di primarie — afferma Cordaro, capogruppo di Pid-Grande Sud all’Assemblea regionale — è una questione che deve fare riflettere. Ad ogni modo, però, lui è passato nelle ultime ore da un no a un nì, perchè ha aperto alle primarie di coalizione. Noi stiamo con Fitto, perchè sarebbe ora che la base venga ascoltata e che la classe dirigente non subisca altre scelte calate dall’alto. Così come è necessario allargare lo spettro del ragionamento a tutto il centrodestra. Nessuna sorpresa che a tutto questo si opponga chi da vent’anni va avanti grazie a una mano poggiata sulla spalla ...».

Impossibile rintracciare ieri Enzo Gibiino, coordinatore regionale di Forza Italia. Anche questo incarico, per i «fittiani», dovrebbe passare dal giudizio popolare: «È una questione di metodo, non di persone», precisa Toto Cordaro. Il suo collega Marco Falcone, che guida il gruppo forzitaliota a Palazzo dei Normanni, non teme ulteriori divisioni — «Berlusconi non ha chiuso alle primarie, ma è andato oltre» — anzi vede a portata di mano la riconciliazione del centrodestra. La Sicilia insegna. Almeno, stando a Falcone: «Con Nuovo Centrodestra siamo d’accordo praticamente su tutto alla Regione. Abbiamo apprezzato che i colleghi non abbiano ceduto alle indicazioni di chi, come la senatrice Simona Vicari, immaginava un loro ingresso nel governo Crocetta». «Qui più che altrove — continua il capogruppo — abbiamo dovuto fare fronte a un’autentica emorragia, perchè da nessun’altra parte Alfano ha portato via tanto a Forza Italia. Adesso, però, dobbiamo puntare a mettere insieme quanti sono alternativi al centrosinistra. Abbiamo ottenuto il 21.5 nella nostra Isola che, sommato al quasi 8 per cento di Ncd e al 3 di Fratelli d’Italia, rivela come il centrodestra sia al 32-33 per cento. Da qui, si riparte».

Malgrado le colombe siciliane, Forza Italia è scossa da nuove tensioni e contrapposizioni. Il sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, ha decisamente attaccato ieri Fitto: «Le sue ultime uscite non hanno molto a che fare con la politica, ma con dinamiche personali. Ma cosa litighiamo, che siamo al 17 per cento? Un leader, Silvio Berlusconi, c'è. Quando si porrà il tema sarò il primo a sostenere le primarie. Con tutti i partiti del centrodestra!». Ospite della trasmissione di Rai Tre «TeleCamere», però, l’ex presidente della Regione Puglia ha ribadito: «Abbiamo bisogno di un partito che possa essere legittimato dal basso. Evitiamo giustificazioni che minimizzino il fatto che le elezioni le abbiamo perse». Sulla proposta di un patto federativo Forza Italia-Ncd lanciata da Angelino Alfano, infine, Maria Stella Gelmini precisa: «Non abbiamo pregiudizi, ma c’è un’ambiguità di Ncd che va sciolta nel tempo e con i fatti». Francesco Storace, leader de «La Destra», affonda il colpo: «Alfano non vuole mollare il governo. Per un partito che voglia ricostruire il centrodestra, non mi sembra un proposito accettabile».

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