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Renzi lancia lo “sblocca Italia” Attacco alla Rai: sciopero umiliante

TRENTO. Non si spinge ad immaginare tra 10 anni un'Italia cool, perché troppo scontato sarebbe il parallelo alla "cool Britannia" di Tony Blair. Ma Matteo Renzi non ha paura di sognare un'Italia che, se cambia, diventa "smart" e, con una parola molto italiana, "bella". "Dobbiamo rendere il fisco semplice e rovesciare il rapporto tra Stato e pubblica amministrazione", è la "pacifica rivoluzione del consenso" che il premier lancia dal festival dell'Economia di Trento, annunciando lo "Sblocca-Italia", un provvedimento per liberare "interventi fermi da 40 anni". Il premier, rinvigorito dal trionfo elettorale e senza "particolari timori" per le valutazioni della Commissione Ue attese per domani, si concede per quasi due ore al pubblico trentino del festival organizzato da Tito Boeri. Molti studenti in platea ma anche ospiti illustri come Fabrizio Saccomanni e il numero uno di Fca Sergio Marchionne. Dopo gli altalenanti rapporti del passato, i due tornano a piacersi: Marchionne lo sprona ad "andare avanti senza farsi fermare" ed accoglie la proposta, lanciatagli dal palco da Renzi, di visitare insieme a settembre gli stabilimenti di Detroit. D'altra parte i due sono accomunati nella determinazione a portare avanti scelte anche impopolari fino a farne delle crociate. Per il premier, ad esempio, la sfida alla Rai è diventata ormai il simbolo della guerra a chi vuole conservare lo status quo: "E' una polemica incredibile e lo sciopero è umiliante. Se l'avessero annunciato prima delle elezioni avrei preso il 42,8 per cento", affonda Renzi deciso a tirare dritto. In dono dagli organizzatori del festival il premier riceve la maglietta della pedalata con Francesco Moser, partita in mattinata dal capoluogo trentino. Un po' il simbolo della corsa che l'ex sindaco vuole fare stando da Palazzo Chigi visto che, promette, "non rimarremo in politica per 30 anni, fatto quello che dobbiamo, salutiamo la curva e arrivederci".     
Un tempo breve per una lista che Renzi allunga ogni giorno: da un lato le riforme istituzionali, "la prossima settimana riparte la discussione sul Senato e poi torniamo a quella elettorale". Dall'altro le misure per un Italia " semplice". La riforma della P.a, in parte per decreto in parte per ddl delega, "rovescerà il rapporto tra Stato e cittadini". Anche per il fisco, il premier punta ad una rivoluzione e per questo racconta di aver bloccato la delega fiscale, arrivata dalle Camera, per approfondire alcuni punti con il ministro Padoan. "In Italia il lavoro dei commercialisti è destagionalizzato", ironizza alludendo alla volontà di accorpare le scadenze fiscali. Confermata per giugno anche la riforma della giustizia civile che "ora è barbara", la novità è a luglio lo "Sblocca-Italia", un provvedimento per sciogliere nodi soprattutto burocratici rinviati per anni dopo una consultazione, da domani, con sindaci e cittadini. Non a caso l'accelerazione sulle riforme coincide con giugno per arrivare alla guida del semestre italiano con le carte in regola e la forza per imporre all'Ue un cambio di rotta. Inversione  necessaria per Renzi perché "queste politiche economiche hanno causato una disoccupazione senza precedenti" in Italia e su troppi temi, dall'energia all'immigrazione, manca una visione comune e incisiva dei problemi. Divisioni che già emergono nell'individuazione dei futuri vertici Ue. Renzi, definendo la candidatura di Juncker "un nome e non il nome", fa capire che la partita è tutta aperta. E l'Italia, avverte il premier, c'è: "Il Pd ha preso più voti in assoluto della Cdu ma per me il consenso va usato non per le nomine ma per le scelte che l'Europa deve fare".  

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