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Europee, in Sicilia il Pd è primo

PALERMO.  Anche in Sicilia le europee sorridono al Pd, che a sorpresa s'impone come primo partito, con oltre il 33%, raddoppiando la media dei voti presi alle politiche del 2013 e alle regionali del 2012. Tiene il M5s, al 26%, pur senza sfondare come indicavano i pronostici della vigilia, mentre Forza Italia, al debutto post-scissione, si attesta al 21% confermando l'appeal di Berlusconi nell'isola, vincendo la sfida con il Ncd di Angelino Alfano, che agguanta quota 9%, grazie all'accordo con l'Udc, che però da solo alle regionali aveva superato il 10%. Steccano Idv e Scelta europea di Monti, sotto l'1% e superati, nell'isola, persino dalla Lega nord (0,99%) con Matteo Salvini a quota 10 mila voti, tre volte quelli ottenuti da Ignazio Messina, segretario nazionale del partito di Di Pietro. A Maletto, paesino alle pendici dell'Etna, il Carroccio addirittura conquista il 32,61% delle preferenze, superando Forza Italia (26,47%) e Pd (26,47%).   
In base ai dati raccolti dal Viminale, la più votata nell'isola è stata Caterina Chinnici (Pd), 128.195 consensi (133.876 voti nell'intera circoscrizione); ultimo Angelo Alessandri della lista «Io Cambio Maie» con 4 preferenze. Otto i seggi assegnati alla circoscrizione Sicilia/Sardegna: tre al Pd (Renato Soru, Caterina Chinnici, Michela Giuffrida); due al M5s (Ignazio Corrao, Giulia Moia); due a Forza Italia (Salvo Pogliese e Salvatore Cicu), uno alla lista Ncd-Udc (Giovanni La Via).   
  Tra i bocciati illustri c'è sicuramente Gianfranco Miccichè: l'artefice del clamoroso cappotto del 61 a 0 alle politiche del 2001, guidava la lista di Fi, ma è giunto solo terzo, fallendo l'elezione. Rimangono a casa anche Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd, il giurista Giovanni Fiandaca del Pd e i due assessori della giunta Crocetta, Michela Stancheris anche lei Pd (giunta quinta) e Patrizia Valenti, sesta nella lista Ncd-Udc.     In via Bentivegna, la festa per il successo del Pd s'interseca con le eterne polemiche tra Crocetta e cuperliani, gli unici tra le correnti del partito democratico ad avere scelto di non avere rappresentanti nella giunta regionale. Antonello Cracolici parla chiaramente di «sconfitta di Crocetta», la cui candidata Stancheris non ce l'ha fatta, mentre il segretario siciliano Fausto Raciti sostiene che «da oggi non è più possibile fare finta di niente, il presidente indichi con chiarezza le conseguenze del voto sul suo governo, quale direzione di marcia intenda prendere». Insomma, «basta col pantano». E annunciando la convocazione della direzione e poi dell'Assemblea regionale del partito, avverte: «Non mi faccio suicidare da Crocetta; finchè non ci sarà una sua determinazione tutto è possibile, anche la sfiducia».    Ma il governatore non ci sta a passare per lo sconfitto. «Queste elezioni le ha vinte il Pd e Renzi, non certamente le sue correnti», chiosa. Poi rilancia. «Un Crocetta ter», non è in agenda, piuttosto «il tema è riuscire a trovare un dialogo che consenta di portare avanti le riforme all'Ars». «Io penso a governare, se l'obiettivo di qualcuno è andare alle elezioni, pazienza», incalza. E attacca. «Mi aspetto che il Pd sappia ricomporre una sintesi unitaria: in Sicilia non può essere il partito anti-Renzi» e «prima di parlare di vertici di maggioranza, penso sia necessario un chiarimento all'interno del Pd, senza pregiudizi». Quindi la staffilata a Raciti: «Un partito con oltre il 33% non si può permettere di non avere una leadership in Sicilia». «Il partito - prosegue - è un organismo collettivo, tutte le componenti devono lavorare per la Sicilia e soprattutto senza farsi imporre ricatti da nessuno. Ci sono tutte le basi per una discussione serena e per accelerare i processi di riforma. Lavoreremo per questo».

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