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Europee, attacco di Crocetta a Fiandaca: "Nega la trattativa Stato-mafia"

PALERMO. Duro attacco del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, alla candidatura del professore Giovanni Fiandaca nella lista del Pd per le elezioni europee. In un comizio a Gela, a sostegno di un'altra candidata nel Pd, Michela Stancheris, (suo assessore regionale al Turismo), Crocetta ha detto: «Non si può venire a Gela, come ha fatto il segretario del mio partito, per candidare e fare votare quel Fiandaca negazionista della trattativa Stato-mafia, che vuole anche l'abolizione del 416 bis (associazione mafiosa, ndr) e per coprire questa vergogna si mette il nome di Caterina Chinnici (capolista Pd nelle isole)».  «Vergognatevi» ha urlato dal palco Crocetta, che nel suo intervento faceva riferimento al segretario siciliano Fausto Raciti. Il governatore poi ha aggiunto: «Non si può fare questo nella città che ha il merito storico di avere lanciato la più grande battaglia alla mafia che sia mai stata promossa da una città». «A Gela - ha concluso - è un insulto. Vergogna».  Con Crocetta era sul palco anche l'ex presidente della commissione Antimafia e attuale senatore, Beppe Lumia.
Nel suo comizio di ieri a Gela,  Crocetta aveva accusato Fiandaca di negare «tutta la storia della lotta alla mafia» e «l'intuizione di Pio La Torre». Aggiungendo: «Questo partito non può candidare nelle proprie liste chi vuole offuscare la battaglia e il successo di Pio La Torre». E parlando dell'arresto del deputato del Pd, Francantonio Genovese, ha proseguito: «Vi rendete conto che questo nostro partito non ha preso nessun provvedimento disciplinare e le uniche persone che volevano espellere erano Nelli, Lumia e me. E sapete chi è che ha chiesto la nostra espulsione? Mirello Crisafulli. Chi sostiene Chinnici e Fiandaca? Mirello Crisafulli, Lillo Speziale e Antonello Cracolici, il rinnovamento del partito siciliano». E quindi annuncia: «In questi giorni abbiamo sopportato, ma adesso gliele canteremo. Oggi il senso di responsabilità non è più il silenzio, ma dire cosa ci divide; e a dividerci è un'idea sociale di cambiamento e lotta alla mafia. Il sistema di potere siciliano è in gran parte intriso di un sistema antico».


FIANDACA: AGGREDITO DA ANTIMAFIA RITUALE. "Sono stato sul punto di ritirare la mia candidatura. Mi hanno convinto a mantenerla i vertici nazionali e regionali del partito che ne condividono il senso politico". Lo ha detto Giovanni Fiandaca in riferimento all'attacco di Crocetta. Si tratta, ha detto, di "un'aggressione violenta" da parte di "un'antimafia rituale".
"Le critiche", ha insistito, "vengono soprattutto da chi per mancanza di competenza e di cultura ha scelto la strada della mia delegittimazione". "Sono - ha detto - uno studioso libero e indipendente che non può essere chiamato solo a battere le mani. Non posso ricevere lezioni dagli ayatollah dell'antimafia che la interpretano in modo simbolico, ritualistico o come strumento per fare carriere, per conservare potere o per fare affari". 
Fiandaca ha sostenuto di essere oggetto di epiteti "degni del peggiore stalinismo" mentre si propone come interprete di un'antimafia rivisitata nel solco del "migliore illuminismo" come quello di Leonardo Sciascia. "Nei miei studi e nei scritti - ha concluso - cerco di esprimere una libertà scientifica e non di essere un acritico coltivatore di certezze. Quelli che mi fanno oggetto di epiteti non li hanno letti oppure non li hanno capiti o forse li hanno capiti troppo bene".

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