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Enti regionali, compensi d’oro per i dirigenti

La poltrona più ricca al vertice dell’Agenzia per l’Ambiente. Il caso dei carrozzoni in liquidazione con gettoni da 30mila euro. La legge sulla trasparenza impone la pubblicazione delle retribuzioni. Ma nel report sulle cifre molte caselle sui costi sono rimaste vuote, come quelle di tanti Iacp

PALERMO. La poltrona più ricca, nella galassia degli enti controllati dalla Regione, è quella dell’Agenzia per l’ambiente, capace di assicurare 202.937 euro di stipendio lordo annuale al direttore generale. Che in questo momento è Francesco Licata di Baucina. Ma poi ci sono anche posti che valgano 100 mila o 50 mila euro, senza considerare i casi dei liquidatori che per chiudere carrozzoni in perenne perdita assumono incarichi da oltre 30 mila euro all’anno. Eccola la fotografia del potere negli enti regionali: Palazzo d’Orleans l’ha pubblicata nell’ambito delle direttive sulla trasparenza. Anche se non tutte le caselle sono state riempite, come nel caso degli Istituti autonomi case popolare.
Quella dell’Arpa è una delle direzioni generali della Regione, equiparata alla guida di un dipartimento degli assessorati. Ecco perchè, secondo quanto l’amministrazione pubblicizza, assicura un compenso da fascia altissima.
Ma non lo stesso potrebbe dirsi dell’Arsea, l’agenzia per i finanziamenti in agricoltura più volte finita al centro di polemiche per la sostanziale inattività: tuttavia Palazzo d’Orleans illustra che al direttore Claudio Raciti vengono garantiti 99.300 euro di stipendio annuo lordo.
L’Ente acquedotti siciliani è a caccia, in questa Finanziaria bis che sta per andare in aula all’Ars, di fondi per riuscire a pagare i 177 dipendenti rimasti in servizio: l’Eas è infatti in liquidazione ma mantiene un’attività residua per l’erogazione idrica in un paio di province e per tutto ciò al commissario liquidatore, Dario Bonanno, vengono assegnati 40 mila euro annui.
Fra gli enti più quotati in questo momento c’è invece il Ciapi di Priolo, a cui Crocetta ha di fatto assegnato la funzione di paracadute per i dipendenti della formazione professionale rimasti senza stipendio: al vertice di questo ente, del tutto autonomo rispetto all’omonimo palermitano finito al centro dell’inchiesta Giacchetto, c’è l’ex deputato regionale della Margherita Egidio Ortisi il cui compenso è di 32.263 euro.
E pure il Fondo pensioni è una delle realtà a cui la Regione «2.0» guarda con maggiore speranza per mettere a posto la spesa destinata agli assegni di quiescenza: al suo vertice c’è Fulvio Bellomo, che incassa 50 mila euro lordi annui. Mentre agli altri due componenti dell’organo direttivo vanno 25 mila euro ciascuno.
Altro ente spesso finito al centro delle polemiche è il Consorzio autostrade siciliane, secondo Crocetta titolare di appalti dubbi e comunque poco vantaggiosi dal punto di vista economico. Il report sulla trasparenza precisa che i vertici del Cas costano poco più di 102 mila euro: in particolare il presidente Rosario Faraci incassa 48.792 euro mentre ai tre componenti del Cda (Antonio Gazzara, Maria Rosa Marino e Francesco Vermiglio) vanno 17.742 euro ciascuno.
Nel report della Regione alcune voci sono però rimaste incomplete. È il caso di molti Iacp. Solo per l’Istituto autonomo case popolari di Agrigento e quello Acireale è indicata la spesa per i vertici: nel primo caso Ulisse Sajeva risulta incassare secondo la Regione 56.376 euro (anche se nel sito ufficiale dello Iacp la cifra scende a 43.310) mentre nel secondo caso Maria Trovato secondo la Regione incassa 83.247 euro.
Per quanto riguarda i parchi, solo per quello dei Nebrodi è indicata la spesa: 18.852 euro annuali per il presidente, che in questo momento è Giuseppe Antoci.
Fra i commissari liquidatori, alla professoressa Alba Alessi è affidata la difficile e lunga partita degli enti economici da dismettere: per Espi ed Ems il compenso lordo annuale è di 32.934 euro ciascuno.
Nei giorni scorsi la Regione ha diffuso il report sui 55 amministratori e commissari liquidatori delle 33 società partecipate (in perdita) che costano alla Regione quasi 1,7 milioni di compensi annui. Mentre appena 22 dirigenti di enti regionali su 93 hanno rispettato l’altro obbligo introdotto dalle leggi sulla trasparenza, quello di pubblicare spontaneamente non solo il compenso per l’incarico ma anche tutti i redditi annuali (per esempio quelli da proprietà immobiliari o titoli di credito).

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