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Costi della politica, tetto agli stipendi d'oro: primo stop dell'Ars

PALERMO. Bloccato in commissione Bilancio l'emendamento sul tetto agli stipendi d'oro dei burocrati del Parlamento siciliano e della Regione. La norma, presentata dal presidente della commissione Affari istituzionali Antonello Cracolici (Pd), fissa a 200 mila euro lordi annui omnicomprensivi il tetto massimo per gli stipendi di dipendenti dell'Assemblea, della Regione e degli enti controllati. La norma non è stata nemmeno votata; a tarda sera, nel pieno dei lavori sulla manovra correttiva, in commissione Bilancio è arrivata una nota del presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, nella quale si dichiara l'inammissibilità dell'emendamento anti stipendi d'oro ma solo per i burocrati e i pensionati dell'Assemblea, lasciando aperta la possibilità di inserire il tetto per i dipendenti della Regione. Nella nota la presidenza dell'Ars richiama l'articolo 4 dello statuto speciale che prevede una autoregolamentazione dell'amministrazione del Parlamento regionale. «Con il mio emendamento mi limito a fissare un tetto alle retribuzioni senza entrare nel merito dei contratti che - dice Cracolici - competono alla regolamentazione dell'Ars, non voglio disciplinare il reddito ma fissare un tetto in base a un principio universalistico per tutti i dipendenti pubblici. La stessa cosa l'ho fatta nel 2007 quando con un mio emendamento è stato introdotto il tetto alle pensioni d'oro e ai compensi dei manager regionali». Cracolici ricorda che il decreto Renzi ha stabilito un tetto di 240 mila euro a livello nazionale, «fissarlo in 200 mila euro in Sicilia non mi sembra scandaloso, non si tratta certamente di stipendi da fame». Il deputato del PD avverte: «Ripresenterò l'emendamento in aula supportando con una relazione tecnica: questa partita è appena cominciata».Proprio in questi giorni si è riaccesa la polemica sullo stipendio del segretario generale dell'Ars. «Guadagna 500 mila euro, il doppio del presidente Napolitano», ha detto il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone. Critiche alla più alta carica burocratica dell'Ars in passato anche dal governatore Rosario Crocetta e dai parlamentari dei 5 stelle che più volte hanno chiesto, invano, alla Presidenza dell'Ars di conoscere la cifra esatta del compenso del segretario generale.

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