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Cascio: «Sì al tetto per i dirigenti I benefit legati alla produttività»

Il coordinatore siciliano di Ncd non condivide invece l’idea del M5S di fissare in 4 mila euro netti al mese il limite massimo degli stipendi

Il responsabile Welfare della segreteria nazionale del Pd Davide Faraone ha lanciato dalle nostre colonne la proposta di un tetto di 150 mila euro annui agli stipendi dei dirigenti generali della Regione. Su questo tema proseguiamo un ciclo di interviste. Dopo Giancarlo Cancelleri di M5S, oggi spazio a Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd.

«Sono d'accordo con la proposta di Faraone: il tetto dei 150 mila euro annui per i direttori generali mi sembra equo. Non condivido, invece, l'ipotesi lanciata da Cancelleri del Movimento 5 Stelle, che invita a fissare in 4 mila euro netti al mese il limite massimo degli stipendi». Ecco la ricetta di Francesco Cascio, coordinatore regionale di Ncd, per riformare la pubblica amministrazione siciliana. In sintonia, il suo intervento, come quelli degli altri rappresentanti intervenuti nei giorni scorsi, con il dibattito sul tema acceso in campo nazionale dal premier Renzi.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GUADAGNA 116 MILA EURO L'ANNO. I DIRETTORI GENERALI DELLA REGIONE HANNO RETRIBUZIONI FRA I 160 E I 170 MILA EURO. IL PREMIER RENZI HA FISSATO UN LIMITE AGLI STIPENDI DEI MANAGER PUBBLICI. SI PUÒ FARE LA STESSA COSA IN SICILIA?
«Il momento storico che stiamo vivendo ci impone il tema dei tagli e ovviamente non si può non tenere conto di una riforma della pubblica amministrazione. Negli ultimi anni c'è stato un leggero ridimensionamento delle retribuzioni dei direttori. Con la Finanziaria di due anni fa fu imposto il tetto dei 250 mila euro l'anno. Prima gli stipendi erano ancora più alti. Sono d'accordo con la proposta di Faraone: il tetto dei 150 mila euro mi sembra equo. Ma non bisogna dimenticare che i manager si assumono enormi responsabilità. Non concordo, infatti, con l'ipotesi lanciata da Cancelleri, che invita a fissare in 4 mila euro il tetto massimo di questi compensi. Certo che non bisogna strapagare i direttori, ma con quella cifra non riuscirebbero neanche a pagare la polizza dell'assicurazione contro eventuali danni erariali, nel caso di eventuali errori. Secondo l'Ncd, piuttosto che toccare la parte fissa dello stipendio bisognerebbe incidere sulla parte variabile della busta paga».

UNA VOCE IMPORTANTE CHE FA LIEVITARE GLI STIPENDI È, INFATTI, QUELLA DEL SALARIO ACCESSORIO E DEI PREMI DI RISULTATO, DATI QUASI AUTOMATICAMENTE. IERI RENZI, HA DETTO CHE È NECESSARIO «BECCARE I FANNULLONI E VALORIZZARE I TANTI CHE INVECE HANNO VOGLIA DI LAVORARE».
«In Sicilia il salario accessorio e i premi dovrebbero essere collegati a obiettivi di produttività, come avviene nelle altre regioni. Questo porterebbe a risparmi e sarebbe anche una delle strade per l'efficienza dell'amministrazione. Per incentivare gli scatti economici, la Regione, in un'ipotetica scala di parametri da raggiungere, dovrebbe inserire al primo posto la verifica della spesa dei fondi comunitari. Solo per fare un esempio, il dirigente che impegna solo il 10 per cento dei soldi europei non dovrebbe essere pagato come uno che ne ha saputo spendere il 90 per cento. Il lavoro dei direttori generali è molto delicato e va pagato, ma il salario di produttività va calibrato tenendo conto dei risultati raggiunti. Se, invece, i premi vengono dati a tutti, senza distinguere i fannulloni da chi, invece, lavora, allora è inutile anche solo parlare di criteri e merito».

DALL'ULTIMO REPORT DELL'ASSESSORATO ALLA FUNZIONE PUBBLICA, MESSO A FUOCO DAI GRILLINI, RISULTA CHE SONO PIÙ DI 700 I DIRIGENTI CON STIPENDI D'ORO, CHE SI DISPONGONO IN UNA FORBICE COMPRESA TRA UN MINIMO DI 80 E UN MASSIMO DI OLTRE 200 MILA EURO LORDI L'ANNO...
«Per quanto riguarda gli stipendi dei dirigenti della Regione ci sono diverse fasce che, secondo me, anche in questo caso, non sarebbe il caso di toccare nella parte fissa, ma nella parte variabile. Pensare di sottopagarli è assurdo, ma come nel caso dei direttori generali, il salario accessorio deve essere commisurato a obiettivi precisi».

NON SI PUÒ NEGARE, COMUNQUE, CHE LA SICILIA HA UN DIRIGENTE PUBBLICO OGNI 9 DIPENDENTI, A DIFFERENZA DELLA LOMBARDIA CHE NE HA 1 SU 14, A FRONTE DI UN MAGGIOR NUMERO DI ABITANTI
«Nel fare questo paragone dobbiamo considerare un aspetto importante. La macchina amministrativa siciliana sembra elefantiaca perché svolge competenze che sono affidate allo Stato. La motorizzazione civile, le Sovrintendenze, gli uffici di collocamento, i geni civili, da noi sono gestiti dai dipendenti regionali, mentre nelle altre regioni dallo Stato. Se vogliamo fare un calcolo corretto, bisogna sottrarre dal totale del personale regionale il numero dei dipendenti che in altre regioni si occupano di settori gestiti dallo Stato. Si vedrebbe così che siamo in linea con il resto d'Italia e che non si può parlare di anomalia siciliana».

LE COSIDDETTE ROTAZIONI DEL PERSONALE, CHE ANCHE IN QUESTE ULTIME ORE STANNO FACENDO DISCUTERE, POSSONO PRODURRE QUALCHE RISULTATO IN TERMINI DI EFFICIENZA?
«Le rotazioni del personale effettuate dal presidente Crocetta non sono altro che deportazioni di massa che rischiano di penalizzare la struttura burocratica della Regione. Non si possono trasferire cento impiegati da un settore ad un altro senza prima formarli. Il personale che subentra in un nuovo ufficio deve essere affiancato da chi già si è occupato di quelle materie. Così nell'ambito sanitario come nelle attività produttive. In caso contrario, negli uffici degli assessorati regnerà la paralisi e le scrivanie continueranno a essere stracolme di pratiche da avviare e di autorizzazioni da rilasciare».

VENIAMO ALL'ARS. È RIMASTO SOLO SULLA CARTA IL TETTO, PREVISTO DAL DECRETO MONTI, AGLI STIPENDI DEI BUROCRATI. LA NORMA CHE FISSAVA IN 296 MILA EURO LORDI LA QUOTA MASSIMA DEI LORO COMPENSI NON È MAI ARRIVATA A SALA D'ERCOLE.
«Vorrei sottolineare che la spending review, obbligatoria con il decreto Monti, durante la mia legislatura l'abbiamo applicata a partire dal 2008, prima ancora che Roma ce la imponesse. In quegli anni, abbiamo operato tagli a diarie, indennità, auto blu, portaborse, alle spese di aggiornamento e abbiamo anche introdotto il divieto di cumulo tra vitalizio e indennità di deputato. È stata ridotta del 30% l'indennità di carica per i deputati "graduati", del "bonus" che gli onorevoli ricevono nel caso in cui ricoprano ruoli specifici. Avevamo abolito il rimborso trimestrale per le spese di viaggio e per le spese telefoniche e dimezzato l'indennità per il trasporto su gomma. Avevamo tagliato, da 4.180 a 3.180 euro, anche il rimborso delle spese per l'esercizio del mandato parlamentare. Quello, per intenderci, destinato ai cosiddetti portaborse».

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