Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Formazione professionale mercoledì in piazza

I sindacati chiedono la riforma annunciata dal governo regionale. Stato di agitazione anche alla Seus, no ai contratti di solidarietà: sciopero il 5 maggio

PALERMO. Mercoledì si ferma la formazione professionale: stop ai corsi per il primo di una lunga serie di scioperi annunciata ieri dai sindacati per protestare contro il ritardo nel varo della riforma del settore. Mentre il 22 maggio è stata indetta una giornata di sciopero del personale del 118, che protesta per l’annunciato taglio degli stipendi e minaccia di bloccare la quasi totalità delle ambulanze pubbliche.
Sono micce che si accendono a catena nei settori più penalizzati dalla crisi finanziaria della Regione. Cgil, Cisl e Uil hanno messo a punto ieri una piattaforma di rivendicazioni per sbloccare la vertenza-formazione. I sindacati chiedono che il governo vari l’annunciata riforma: «L’8 giugno - spiega Giuseppe Raimondi della Uil - si concludono i corsi di quest’anno e al momento non c’è alcuna garanzia che verranno svolti quelli dell’anno prossimo. Tra l’altro, le attività preparatorie devono partire subito dopo la chiusura dei corsi attuali. Il governo, malgrado gli annunci, non ci ha ancora convocati per illustrarci come intende portare avanti la formazione. E per questo motivo quella dell 30 aprile sarà la prima giornata di un pacchetto di scioperi».
Nella formazione professionale gravitano circa 7 mila addetti (più altri 1.800 che hanno lavorato negli sportelli di orientamento). Nei giorni scorsi Crocetta e l’assessore regionale Nelli Scilabra hanno annunciato il varo per atto amministrativo di una riforma che punterà su nuovi corsi e sull’inversione del sistema di finanziamento (i fondi andranno agli alunni e non agli enti). Previsti anche prepensionamenti per svecchiare il settore e nuove assunzioni con contratti a termine. Ma la firma del decreto, prevista proprio nei giorni in cui l’assessore Scilabra stava per candidarsi alle Europee, è stata rinviata.
Alla Seus, la società che gestisce le ambulanze del 118, l’agitazione è invece scattata per l’annunciata riunione del 5 maggio: in quella sede l’azienda proporrà ai sindacati la firma di contratti di solidarietà, cioè una riduzione di stipendio per compensare lo scarto fra maggiori uscite per il personale e entrate. Malgrado il presidente del consiglio di gestione, Gaetano Montalbano, provi da giorni a spiegare che non si tratta dell’unica soluzione allo studio, i sindacati hanno annunciato ieri la forma di protesta più dura. In particolare si sono mossi Fials, Ugl e Cobas. Ieri i tre sindacati hanno inviato agli autisti soccorritori un modulo prestampato da firmare per annunciare la partecipazione allo sciopero: una prassi che servirà poi alle Asp per programmare l’attività delle ambulanze in modo da garantire un servizio sufficiente anche nel giorno dello sciopero, giovedì 22 maggio.
Secondo i sindacati «il nuovo piano industriale che la Seus sta predisponendo produrrà risparmi per quasi 2 milioni all’anno. Non si comprende quindi perchè la politica vuole applicare i contratti di solidarietà». La Seus deve fare i conti con un buco da almeno 8 milioni, dovuto anche a un eccesso di personale (3.200 dipendenti) rispetto alle esigenze legate ai turni. I vertici della società stanno provando a trasferire gli esuberi nelle Asp o a vendere a queste servizi per garantire una copertura del buco. Ma nell’attesa si andrà avanti con i tagli agli stipendi.

Caricamento commenti

Commenta la notizia