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Crocetta: ecco come cambierò la Formazione

Il piano prevede un nuovo albo per selezionare i docenti, la riformulazione dei corsi e «almeno 300» prepensionamenti. Il presidente invoca una «tregua istituzionale. Lavoriamo tutti insieme per varare le riforme necessarie»

PALERMO. Un albo per selezionare nuovi docenti da assumere a tempo determinato e indirizzare verso i nuovi corsi, un piano di prepensionamenti per alleggerire il peso del vecchio personale, rinnnovo degli accreditamenti per dare spazio a scuole e università: ecco la riforma della formazione professionale, che la prossima settimana vedrà la luce per atto amministrativo e potrà contare su fondi europei pari a 1,3 miliardi da qui al 2020 (nella vecchia programmazione comunitaria erano 2 miliardi per sette anni). Rosario Crocetta la illustra in una pausa fra una serie di incontri con i principali alleati in vista della caccia a una maggioranza certa all’Ars.

PRESIDENTE, NUMERI ALLA MANO IL SUO NUOVO GOVERNO POTREBBE FATICARE AD APPROVARE LE LEGGI PERCHÈ UDC E PD NON ASSICURANO UN SOSTEGNO COMPATTO. COME PENSA DI SUPERARE IL PROBLEMA?
«Intanto vorrei rivolgere a tutti i partiti un appello per arrivare a una tregua istituzionale. Lavoriamo tutti insieme per varare le riforme. Poi aggiungo che alcune cose si possono fare anche per via amministrativa. Penso, per esempio, alla riforma della formazione professionale. La prossima settimana varerò l’atto di indirizzo per la programmazione dei fondi europei nel settore: e lì saranno contenute le modifiche al sistema attuale».

CHE FUTURO ATTENDE IL PERSONALE?
«Tutti saranno garantiti. Ma partiamo ancora dall’albo che raggruppa chi è stato legittimamente assunto entro il 31 dicembre 2008. Chi è entrato dopo quella data sarà espulso, abbiamo già individuato qualche centinaio di casi ma siamo sicuri che saranno molti di più. Poi dirotteremo verso il Ciapi di Priolo, o in progetti da questo gestiti, quanti non troveranno spazio negli enti pur essendo regolarmente inseriti nell’albo. Alla fine, senza contare i lavoratori della formazione speciale e quelli degli sportelli, nell’albo resteranno circa 3.500 formatori che possono tranquillamente essere assorbiti dai corsi che abbiamo in mente».

DI CHE TIPO DI CORSI SI TRATTA?
«Con Nelli Scilabra abbiamo pensato a una formazione che si apre al mercato. Ci saranno corsi del tutto nuovi che puntano a formare figure professionali nel campo dell’energia, dell’agricoltura, del turismo. Tutti ambiti in cui è più facile trovare uno sbocco professionale. E per fare questi corsi creeremo un secondo albo: vi si iscriveranno i giovani neolaureati che gli enti potranno assumere con contratti annuali per svolgere programmi per cui oggi mancherebbe il personale».

NON TEME CHE QUALCUNO OBIETTERÀ CHE SI CREERÀ NUOVO PRECARIATO?
«Assolutamente no, con Nelli abbiamo pensato a un meccanismo simile a quello che si applica ai docenti della scuola. Si tratterà di contratti a tempo determinato collegati al corso. Senza corso, niente contratto».

HA PARLATO DI ENTI. SIGNIFICA CHE LA FORMAZIONE RESTERÀ GESTITA DA QUELLI ATTUALI?
«No, pensiamo a nuove formule di accreditamento che permettano anche a scuole e università di poter fare formazione professionale con fondi pubblici. Sarà una formazione che coinvolgerà le imprese e in questo senso l’assessorato ha già creato i poli tecnico-professionali in cui le aziende hanno un ruolo. In ogni caso, anche per quanto riguarda i vecchi enti ci saranno indici di misurazione dei risultati a cui agganciare i finanziamenti. Verranno individuati dei target da raggiungere, anche per quanto riguarda lo sbocco nel mercato del lavoro. L’Unione europea già li prevede e collega la concessione di una parte del finanziamento al raggiungimento di questi risultati. In pratica, se il corso è un fallimento chi lo ha organizzato perde soldi».

SI ERA PARLATO DI PREPENSIONAMENTI. CI SARANNO?
«Ci sono stati i primi incontri al ministero. Abbiamo un budget, all’interno del Piano Giovani, per accompagnare alla pensione chi avrà un certo numeri di anni di contributi. Speriamo possano essere almeno 300».

LEI HA ANTICIPATO CHE CI SARÀ UN NUOVO PROGRAMMA. QUALI LEGGI O RIFORME HA IN PROGRAMMA DA QUI ALL’ESTATE?
«Innanzitutto la legge sul pagamento dei debiti verso le imprese, necessaria perchè altrimenti si aprirebbe una voragine nei conti. Poi la Finanziaria bis. E subito dopo una legge per lo sviluppo che contenga misure per il credito e il taglio di tutti gli enti inutili. Poi andremo avanti con la semplificazione della pubblica amministrazione, il testo unico delle attività produttive e una legge per la scuola. E su questo programma vorrei ricordare a tutti i partiti una cosa: le riforme non si votano per farmi un favore ma per la Sicilia».

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