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Crocetta: "Raciti? Ormai conta poco"

PALERMO. Lo strappo di Crocetta spacca il Pd. La nuova giunta non ha formalmente il timbro della segreteria regionale dei democratici ma ha quello del braccio destro di Renzi, Davide Faraone.
Segnale che il presidente ha lavorato di fioretto per superare l’ostruzionismo soprattutto dell’area Cuperlo siciliana, a cui il segretario Fausto Raciti si iscrive. Ma l’asse che Crocetta ha costruito con Faraone è in realtà più esteso e arriva fino a Giuseppe Lupo. L’ex segretario del Pd, storico oppositore del presidente, è il leader dell’area che ha indicato l’assessore all’Economia, Roberto Agnello. E a questo punto Crocetta ha gioco facile nel dire che «l’area governativa del Pd è maggioritaria».
 
Si tratta indirettamente di una risposta a Raciti che in mattinata aveva usato toni durissimi disconoscendo la giunta e ritenendola frutto di un inciucio fra Crocetta e Faraone. Per Raciti si tratta di «un meschino tentativo di spaccare il Pd. E Crocetta e Faraone ne dovranno rispondere». In questo clima oggi è saltata la riunione della direzione perchè la partita si sposta a Roma. Dove Raciti tenterà di indebolire l’ascesa di Faraone. Ma anche in questo caso Crocetta attacca: «La direzione è stata rinviata perchè in quella sede Raciti sarebbe stato messo in minoranza».
 
Crocetta ha comunque tentato di tenere una porta aperta ai democratici e c’è chi legge nella conferma di Maria Rita Sgarlata l’opportunità di avere un assessore che può rinunciare in seguito proprio in favore di qualcuno più gradito al partito.
 
C’è infine il nodo dei numeri all’Ars. Dei 18 deputati Pd, quanti sosterranno questo governo? Sulla carta almeno una decina sono vicini a Raciti e ai big che si riconoscono nella segreteria (Antonello Cracolici, Mirello Crisafulli) ma Crocetta si dice sicuro che «all’Ars tutti voteranno le riforme». La prima verifica sarà sulla Finanziaria bis e sulla legge per il pagamento dei debiti verso le imprese, che però anche oggi all'Ars non hanno mosso neppure un passo: la commissione Bilancio non si è riunita.



"Siamo contenti che il presidente Crocetta parteciperà alla Direzione nazionale: sarà quella la
sede migliore per spiegare il colpo di mano con il quale ha formato in Sicilia un governo regionale, partorito in totale spregio delle decisioni degli organismi regionali del Partito democratico, nonché privo del sostegno dei numeri all'Assemblea regionale". Lo dicono i parlamentari nazionali siciliani del Pd, Magda Culotta, Maria Greco, Franco Ribaudo, Maria Iacono, Angelo Capodicasa, Pippo Zappula, Giuseppe Berretta, Luisa Albanella, Tonino Moscatt."Un esecutivo che, di fatto, nella sua composizione, non tiene conto di quel progetto di rinnovamento del governo regionale - concludono - che avevamo richiesto con fermezza e
coerenza per consentire il rilancio della regione".


L'ex assessore all'Energia Nicolò Marino, non confermato in giunta dal governatore Rosario
Crocetta, ha appena varcato il portone d'ingresso della sede del Pd, in via Bentivegna a Palermo. Secondo alcune fonti l'ex pm sarebbe stato accolto dal segretario regionale, Fausto Raciti. Non si conosce il motivo dell'incontro.


LA REPLICA DI RACITI. "Rosario Crocetta piuttosto che fare i calcoli sulla direzione Pd ti consiglierei di farli sulla maggioranza all'Ars '#dareinumeri". Cosi il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, su Twitter.

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