PALERMO. Tre milioni di euro, tanto conta di risparmiare la Regione ultimando i controlli sul bacino degli ex Pip. E, assicura Crocetta, «verranno fuori altri casi, mi aspetto cose turche». La vicenda è destinata ad allargarsi, una task force del Dipartimento Lavoro sta spulciando la documentazione di oltre 3 mila ex Pip per verificare il possesso dei requisiti a caccia di eventuali abusi. Lunedì saranno notificati i primi provvedimenti agli 85 lavoratori che usufruivano del sussidio ma in effetti avevano redditi e patrimoni milionari. I controlli si concluderanno la prossima settimana. Intanto la Cisl chiede misure dure contro chi ha omesso finora i controlli e i grillini chiedono di «scaricare tutti coloro che non hanno i requisiti». «Mi sono insospettito lo scorso anno – dice Crocetta –, la proiezione di spesa era di 60 milioni di euro. Furono avviati i primi controlli, ma mancavano ancora gli elenchi ufficiali. Dopo gli scontri in piazza, insieme con la Questura, abbiamo avviato le verifiche che hanno portato a scoprire 87 detenuti che risultavano in servizio come ex Pip. Fra quelli dello scorso anno e gli 85 emersi ora la Regione risparmia un milione e 600 mila euro, contiamo di arrivare a tagliare 3 milioni di euro, risorse da investire in altri settori. E i controlli riguarderanno tutte le forme di assistenza».
Gli uffici sono al lavoro. «Ho istituito una squadra – spiega la dirigente Anna Rosa Corsello – stiamo verificando tutta la documentazione. Siamo a metà del lavoro ed è molto probabile che emergeranno altre irregolarità. Molti sussidi sono stati assegnati sulla base di autocertificazione, in altri casi la documentazione potrebbe non essere mai stata presentata. Se oggi vengono fuori casi così eclatanti è perché nessuno ha mai controllato negli anni precedenti». Il bacino degli ex Pip nasce alla fine degli anni Novanta, a carico del Comune di Palermo. Inizialmente erano ex detenuti, poi furono inseriti soggetti svantaggiati. Nel 2010 il passaggio alla onlus Trinacria, con oneri per 36 milioni annui a carico della Regione, e un contratto di lavoro. Nel 2012, con l’insediamento del governo Crocetta, si tornò alla formula del sussidio a fronte di attività socialmente utili. Con la finanziaria 2014 scattano i controlli, un monitoraggio per verificare che chi percepisce il sussidio non abbia redditi superiori ai 20 mila euro, limite fissato con un emendamento dei grillini. «Dal carrozzone degli ex Pip vanno sbarcati tutti quelli, e non sono pochi, che non hanno bisogno dell'assegno, soprattutto a tutela e garanzia di quelli veramente bisognosi che restano. Ora il governo mandi le carte alla Corte dei conti e faccia pagare i dirigenti che hanno permesso questi scempi», scrive in una nota il gruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars che invita «gli stessi ex Pip seri ed onesti, che sono la stragrande maggioranza, a fare quadrato, smascherando i ricchi, i nulla facenti, gli imboscati, o semplicemente chi non è bisognoso».
«Il sospetto è che in questi anni nessuno abbia mai guardato le carte – aggiunge Corsello - . E abbiamo più di una ragione per ritenere che fra chi riceve il sussidio ci siano anche detenuti». I primi furono scoperti lo scorso anno. Fra i casi emersi, anche quello di Tonino Serranella, arrestato con l’accusa di essere il braccio destro del capomafia di Porta Nuova Alessandro D’Ambrogio: sul registro delle presenze la sua firma c’era ma Serranella non sarebbe mai andato al lavoro. Poco dopo l’arresto gli furono sequestrati beni fra cui un pub, un cabinato, un gommone, un acquascooter.
Intanto Maurizio Bernava della Cisl attacca il sistema di assegnazione di questi sussidi e chiede misure dure contro chi ha omesso i controlli. «Da anni – dice - il sindacato confederale chiede che le prestazioni di natura assistenziale e sociale siano assegnate sulla base dell’Isee (la certificazione reddituale e patrimoniale, ndr) e attraverso una griglia di criteri che siano uguali per tutti. Finora la Regione è stata inadempiente, invece di cercare scandalismi si metta mano alla macchina amministrativa. Tutto il sistema va ristrutturato, compresi i controlli che devono essere automatici e non occasionali. E se ci sono funzionari che hanno dolosamente omesso i controlli devono essere buttati fuori». «L’azione che abbiamo portato avanti – dice Crocetta – ha dato coraggio alla macchina amministrativa, le rotazioni già operate sono un segnale. In ogni caso verificheremo le responsabilità».
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