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Berlusconi candidato alle Europee? «Sul piano giuridico ostacoli insuperabili»

Parla il presidente degli avvocati amministrativisti siciliani: «Non solo la legge Severino, occorre anche il via libera dei giudici che appare improbabile»

«L'annunzio della candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni europee è di indubbia efficacia sul piano della comunicazione politica. Sul piano giuridico, però, incontra ostacoli che francamente non appaiono superabili». Per Salvatore Raimondi, già ordinario di Diritto amministrativo nell'Università di Palermo e presidente dell'Associazione Avvocati amministrativisti della Sicilia, il ritorno del Cavaliere in lista non s'ha da fare. Anzi, non si può.

PROFESSORE RAIMONDI, L'OSTACOLO SI CHIAMA «LEGGE SEVERINO»?
«È il principale, ma non l'unico. Secondo la legge Severino non possono essere candidati alla carica di membro del Parlamento europeo spettante all'Italia coloro i quali hanno riportato una condanna definitiva per un reato per il quale la legge prevede una pena detentiva superiore nel massimo a tre anni. Berlusconi è stato condannato per il reato di frode fiscale per il quale è prevista la pena massima di sei anni».

ALTRI «SCOGLI»?
«Sussiste un ulteriore, pesante, ostacolo alla candidatura di Berlusconi. Stante la condanna ad un anno di reclusione, sia che si tratti di affidamento ai servizi sociali sia che si tratti di detenzione domiciliare, per la candidatura occorre l'autorizzazione del giudice milanese dell'esecuzione. Che appare assai improbabile».

TRA LE TANTE IPOTESI, PURE QUELLA DI UN RICORSO AL TAR. SCUSI, CHE C'ENTRA IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO?
«C'entra. Avverso il prevedibile diniego di candidatura, Berlusconi può proporre ricorso al Tar. Il quale potrebbe sollevare la questione di costituzionalità della legge Severino davanti alla Corte costituzionale per violazione del principio di irretroattività della legge, in concreto la stessa questione già pendente davanti alla Corte dei diritti dell'uomo. E frattanto, in sede cautelare, il TAR potrebbe disporre l'iscrizione della candidatura di Berlusconi. Si tratta di un'ipotesi possibile ma di difficilissima realizzazione specialmente in questo momento in cui la giurisdizione amministrativa è sotto attacco».

E SE BERLUSCONI ACCETTASSE L'INVITO DI YANE YANEV, LEADER DEL PARTITO BULGARO DI CENTRODESTRA «RZS ORDINE, LEGGE E GIUSTIZIA», E SI CANDIDASSE A SOFIA…?
«Non è una strada percorribile poiché dovrebbe risiedere in Bulgaria, paese nel quale non può recarsi in mancanza dell'autorizzazione del giudice dell'esecuzione, che gli ha negato persino l'autorizzazione a partecipare al congresso del PPE tenutosi a Dublino. Ma non solo...».

DICA.
«Secondo la direttiva UE 93/109, ogni cittadino dell'Unione che vuole candidarsi in uno Stato membro diverso da quello di origine deve presentare una dichiarazione con la quale attesti di non essere escluso dal diritto di eleggibilità nel Paese di origine. Dichiarazione che Berlusconi non può presentare».

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