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Approvati gli ultimi articoli, la riforma delle Province vede la luce

PALERMO. Addio Province. D'ora in poi in Sicilia ci saranno i Liberi Consorzi e le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. L'Assemblea siciliana ha approvato tutte le norme del disegno di legge, rinviando a martedì il voto finale.
"E' stata una grande fatica", dice il governatore Rosario Crocetta. "C'è stato un incessante lavoro di mediazione che ha portato, alla fine, a esitare una legge persino migliore di quella che avevamo pensato", aggiunge. Il percorso per la maggioranza è stato molto difficile, con il governo che è andato sotto più volte durante quasi un mese e mezzo di discussione della riforma, con le opposizioni che hanno fatto ricorso all'ostruzionismo e che durante la maratona parlamentare hanno più volte sostenuto che il testo potrebbe essere impugnato dal commissario dello Stato, perché conterrebbe norme incostituzionali. Alla fine il 'salvagente' per Crocetta e la sua maggioranza è arrivato dai 5 Stelle e dal Ncd che hanno garantito col loro voto l'approvazione delle norme più importanti della riforma, a partire proprio dai Liberi consorzi: al momento sono nove, quante le attuali Province, ma potrebbero diventare di più nei prossimi sei mesi se i comuni riusciranno a formare nuovi enti, partendo da una popolazione minima di 180 mila abitanti. Il dato più evidente è che scompare il voto diretto, gli organismi rappresentativi (presidenti e assemblee) sono di secondo livello. 
"Siamo andati avanti con una maggioranza d'aula anche in presenza di voto segreto, lo vedo come un fatto positivo", afferma il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone. "Oggi si è segnato un notevole passo in avanti, un'ulteriore fase di completamento dell'abolizione delle Province avviata un anno fa", aggiunge Ardizzone, secondo cui "ora si deve puntare in maniera significativa sulle città metropolitane". Le norme appena approvate definiscono un quadro che dovrà essere completato con una successiva legge che il governo porterà in aula in autunno e che dovrà stabilire soprattutto compiti e funzioni di Liberi consorzi e città metropolitane. "La Regione dovrà privarsi delle sue funzioni prima in favore dei Comuni e poi delle città metropolitane - osserva Ardizzone - Avremo tutto il tempo per far maturare questo percorso".


"Costruire la nuova architettura delle autonomie locali in Sicilia non era un compito facile, ma nonostante le difficoltà abbiamo fatto un buon lavoro. Il Pd ha tenuto la 'barra a dritta' anche nei momenti più difficili: lo dico con orgoglio, abbiamo scritto un pagina importante, abbiamo mantenuto un impegno". Lo dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo Pd all'Ars, a proposito dell'approvazione degli articoli del disegno di legge che istituisce i liberi consorzi di comuni e le Città metropolitane di Palermo Catania e Messina (manca ancora il voto finale al ddl, che sarà dato nel corso della seduta di martedì prossimo).  "Nei prossimi sei mesi - prosegue - i comuni avranno la possibilità di scegliere liberamente fra l'Area metropolitana e un Consorzio, o fra un Consorzio e quello confinante. Dunque, fra sei mesi avremo la nuova 'mappa' della Sicilia, che oggi è la prima Regione italiana a superare le Province e ad istituire le Città metropolitane". "Credo sia stato giusto discutere queste norme anche con altre forze parlamentari - conclude - ero e resto convinto che le riforme debbano essere il più possibile condivise".

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