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In Sicilia il Pd chiede una nuova giunta Raciti prova così a saldare le correnti

Si ipotizza un rimpasto fra dieci giorni alla Regione. A fare salire la temperatura è lo scontro sui manager della sanità. Scambio d’accuse fra Crisafulli e Lumia. Per il nuovo segretario regionale un sabato di trattative

PALERMO. Il Pd torna in pressing su Crocetta. Ruota tutto intorno alla proposta di un nuovo programma e una nuova giunta il tentativo del neo segretario Fausto Raciti di saldare le correnti che lo hanno sostenuto e recuperare anche le aree che fanno capo a Giuseppe Lupo e Antonella Monastra. Ma l’azione diplomatica di Raciti rischia di subire scossoni per gli scontri fra gli stessi big che lo hanno sostenuto, come dimostra lo scambio d’accuse fra Crisafulli e Lumia.
È stato un sabato di trattative, quello del segretario. Al mattino ha incontrato tutti i leader provinciali a cui ha annunciato una «riorganizzazione capillare del partito attraverso un confronto continuo e serrato tra la  segreteria regionale e quelle provinciali». Nel pomeriggio Raciti ha incontrato l’ex segretario Giuseppe Lupo, suo sfidante alle recenti primarie. Raciti ha proposto una rappresentanza in segreteria a Lupo e lo stesso farà con Antonella Monastra che vedrà nei prossimi giorni. Ma il segretario uscente ha messo subito qualche paletto. Pur dando la disponibilità «a collaborare nel Pd per la Sicilia», Lupo ha chiesto con forza di «riconoscere il risultato delle primarie»: ha conquistato oltre il 33% e per questo chiede un’adeguata rappresentanza nell’assemblea del partito, nella segreteria regionale e almeno un assessore quando verrà discusso il rimpasto annunciato da Crocetta. È su questo che è più forte il pressing dell’area che fa capo anche a Francantonio Genovese e Nino Papania.
È un passaggio che non può non influire sulla linea politica del Pd. Lupo è molto più intransigente nei confronti di Crocetta: «Serve un partito unito e forte, a volte anche critico, che faccia da pungolo a Crocetta per spingerlo ad affrontare la crisi in modo adeguato».
Raciti, trentenne, mostra però fermezza nell’affrontare gli equilibri interni: «Tutte le aree hanno il diritto di essere rappresentate negli organismi ma se qualcuno pensa che userò il Cencelli, si sbaglia. Il punto è riconoscersi nella politica non nelle poltrone».
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