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Governo, Renzi in carica: "La ricreazione è finita"

ROMA. «È finita la ricreazione», suona la  campanella il premier Matteo Renzi davanti ai suoi ministri,  chiedendo loro tanti fatti e poche parole, nella prima riunione  del governo a Palazzo Chigi dopo il giuramento del mattino al  Quirinale. E quella campanella Renzi, dopo il giuramento al  Colle che gli ha dato pienezza di poteri, l'aveva appena  ricevuta dalle mani di Enrico Letta, in un passaggio tanto  rapido quanto gelido, con una stretta di mano frettolosa e  neppure uno sguardo da parte del premier uscente.    


La pagina web del Governo viene rapidamente aggiornata: via  la foto di Letta, ecco quella di Renzi, che passa la sua prima  giornata da premier, dopo il consiglio dei ministri, a limare il  discorso programmatico con il quale già lunedì sera punta ad  ottenere la fiducia al Senato, per poi bissare martedì alla  Camera. Arrivano le telefonate del presidente Usa Barack Obama,  di quello francese Francois Hollande - che lo invita a Parigi ed  al quale Renzi ribadisce amicizia e la più stretta  collaborazione in vista del semestre Europeo - e quella del  premier belga Elio Di Rupo. Poi è Renzi a telefonare ai due  marò Latorre e Girone ai quali promette, come annuncia via  Twitter - che «il governo farà semplicemente di tutto» per  riportarli a casa.     


Il Consiglio dei ministri, dopo un giuramento al Colle con  la squadra dei 16 ministri sorridenti ed emozionati, dura più di  un'ora e non è la solita rituale rapida riunione di pochi  minuti. Il fidatissimo Graziano Delrio viene nominato  Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Renzi ha voglia  di accelerare subito, ringrazia Giorgio Napolitano e poi Enrico  Letta «per il lavoro svolto», poi sprona i ministri a fare  squadra, a non lasciarsi incantare dai giornalisti e a non  rilasciare interviste fino al momento della fiducia. Si comincia  ad impostare un lavoro comune e, come dice il ministro Udc  Gianluca Galletti «più che un cdm sembrava un cda». «Al lavoro  da subito, da domani e fino al 2018», aveva detto l'ormai  premier ieri, subito dopo aver sciolto la riserva.    


Renzi - che al Quirinale sale con la moglie Agnese ed i tre  figli vestiti di rosso, bianco e verde, con i quali si ritrova a  pranzo - si muove rapido da un Palazzo all'altro con un completo  scuro versione slim. Ha già chiesto la disponibilità  dell'appartamento a Palazzo Chigi, dove già martedì potrebbe  esserci un consiglio dei ministri per accelerare sulla nomina di  viceministri e sottosegretari. «Grazie per i messaggi - scrive  su Twitter -. Compito tosto e difficile, ma siamo l'Italia. Ce  la faremo. Un impegno: rimanere noi stessi liberi e semplici».  Intanto Letta - che dopo la cerimonia della Campanella esce  dal Palazzo dopo aver ricevuto gli onori militari e gli applausi  dei dirigenti che saluta con la mano sul cuore - vola a Londra,  per qualche giorno di riflessione sul suo futuro e di intimità  familiare. «Passaggio di consegne, l'ultimo di 300 giorni tutti  difficili», è il suo amaro twitt, anche se non dovrebbe far  mancare la sua fiducia, «per decoro istituzionale», dicono i  suoi.    

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