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Vertice di maggioranza per salvare la riforma delle Province

PALERMO. Un vertice di maggioranza per tentare di salvare la riforma delle Province. Dopo il Ko di ieri e le imboscate dei franchi tiratori, Rosario Crocetta ha convocato i leader dei partiti di centrosinistra all’Ars. Nel pomeriggio si riprende a votare e l’ordine dei lavori prevede che si parta con l’articolo più importante della riforma, quello che istituisce i liberi consorzi per sostituire le Province.

Crocetta conta sul rinnovato sostegno dei grillini, che però ieri gli hanno votato contro al momento decisivo. L’opposizione conta proprio su questo e invoca la rinascita delle Province e l’indizione delle elezioni per eleggerne i vertici. Il voto segreto è in agguato e per questo motivo il capogruppo del Pd ha rivolto un appello a tutti i deputati per rinunciare al voto segreto.
Un auspicio simile è arrivato dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, che ha anche suggerito di fermare i lavori per sciogliere un nodo giuridico nato dal voto di ieri: le città metropolitane  infatti risultano abolite all’articolo 2 ma l’articolo 7 che verrà votato fra oggi e domani ne regola l’istituzione. In questa situazione si rischia di avere città metropolitane che faranno parte dei consorzi di Comuni creando un sistema ingovernabile.

CROCETTA.
"Se qualcuno pensa di potermi fare cambiare idea trincerandosi dietro il segreto dell'urna sbaglia di grosso, io non arretro di un solo millimetro e porterò avanti le riforme. Se sarà possibile va bene, altrimenti quando non sarà più possibile vuol dire che ci sono dei parlamentari che si sono stancati di stare all'Ars". Così sul suo profilo facebook il governatore Rosario Crocetta attacca dopo l'ok ieri all'Ars a un subemendamento di Forza Italia che azzoppa le città metropolitane mettendo a rischio l'intera riforma delle Province.  Se qualcuno pensa di giocare allo sfascio e che io debba subire questo sfascio, sappia che sta facendo male, anzi molto male i suoi calcoli. Sono pronto a ogni sfida”.

CGIL SICILIA. “E’ una politica irresponsabile e incompetente quella che tiene banco oggi in Sicilia, che mette in scena ignobili teatrini mentre l’isola affonda”: lo dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia a proposito dell’andamento in Aula della discussione sulla riforma delle Province, ma anche del nulla di fatto ancora sulle variazioni di bilancio, necessarie  a seguito dell’impugnativa della Legge regionale di stabilità da parte del Commissario dello Stato. “La politica non capisce- aggiunge Pagliaro- che c’è ormai un malessere diffuso e trasversale che mette a rischio la coesione sociale e anche l’ordine pubblico e di fronte al quale servono risposte immediate”. Per Pagliaro “se la riforma delle Province fallisse sarebbe un grave colpo alla credibilità del governo. C’è da dire – aggiunge- che questa riforma è partita male, senza analisi e studi preliminari che evitassero l’approssimazione con cui sono stati formulati i contenuti, per giunta sommersi da emendamenti mirati solo a creare ulteriore confusione, e che favorisce un blocco decisionale che con evidenza però poggia pure su ragioni politiche”. Sulla questione degli stipendi che derivano dal bilancio della regione, il segretario della Cgil rileva che “si sta giocando col fuoco, e che è inconcepibile che il governo non sia ancora in grado di dire quante risorse riuscirà a recuperare”. “In una fase politica di passaggio sul piano nazionale- sottolinea Pagliaro- c’è ancora più bisogno di avere la certezza di un esecutivo regionale che si fa carico dei problemi. A Crocetta- conclude- chiediamo di adoperarsi in tutti i modi affinchè questo segnale venga e sia chiaramente percepito dai siciliani”.

UIL SICILIA. “L’Ars dimostri senso di responsabilità e rinunci ai soliti trucchetti. La riforma che abolisce le Province non può essere ostaggio dei giochi della politica. In ballo c’è la credibilità della Regione siciliana”. Lo sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, che aggiunge: “E’ necessario chiudere subito questa vicenda per evitare di tornare al voto per un ente, che a parole sono tutti favorevoli ad abolire. Chi è contrario dovrebbe avere il coraggio di uscire allo scoperto. Certo tagliare gli sprechi non è mai facile e le riforme sono sempre migliorabili ma adesso bisogna uscire dall’impasse. Ora si deve votare la riforma possibile e immediatamente avviare il confronto di merito su come utilizzare i lavoratori e i gestire servizi, sia quelli che erano assegnati alle Province sia i nuovi che bisognerà delegare invece ai Consorzi”.     


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