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Troppi contratti a esperti esterni, all’Ars buco da 800 mila euro

Dopo i grillini anche Drs, Articolo 4 e Gruppo Misto presentano il conto: caccia a nuovi finanziamenti per personale che si somma a portaborse e «stabilizzati»

PALERMO. I partiti hanno fatto troppi contratti a consulenti esterni e adesso l’Ars non ha i soldi per far fronte alla spesa e va a caccia di altri 800 mila euro. Scoppia un nuovo caso nei conti pubblici del Parlamento, al punto che i membri del consiglio di presidenza starebbero pensando di chiedere un parere al Senato per capire come sbrogliare la matassa e se è possibile stanziare altri soldi per il personale.
Gli esperti esterni sono una cinquantina almeno e sono assunti dai gruppi che li pagano con propri fondi. È una figura che si somma a quella dei portaborse, circa 150, che ogni deputato paga grazie a un contributo da 3.180 euro al mese e che all’Ars costano 3 milioni e 650 mila euro all’anno. Infine ci sono gli 86 stabilizzati: altro personale dei gruppi assunto prima degli altri in forza di vecchie leggi e con un contratto migliore, costano a loro volta 4 milioni e mezzo all’anno.
Il problema è sorto perchè la legge sulla spending review del Parlamento da un lato ha ridotto i fondi destinati a queste spese e dall’altro, con una clausola contestata, ha permesso di salvare tutti i contratti stipulati entro fine 2013 scatenando una corsa all’assunzione (a volte anche con contratti da colf per avere maggiore flessibilità nelle retribuzioni). Una corsa che ha coinvolto anche i grillini: 12 sono i contratti stipulati dal gruppo (costano quasi 403 mila euro all’anno, per la precisione 33.566 al mese). Molti dei contratti sono stati depositati ieri. Tranne che nel Pd, ce ne in tutti i gruppi: i Drs ne hanno per un valore di 52 mila euro all’anno, l’Articolo 4 ha contratti che costano 174 mila euro all’anno e il gruppo Misto deve pagare 63 mila euro all’anno. Il problema è che mentre fino al 2013 era previsto un contributo da 2.400 euro per ogni deputato presente nel gruppo, oggi i partiti hanno a disposizione «solo» 700 mila euro annui per queste spese (circa 5 mila euro a deputato) e i contratti siglati agli esterni superano questa soglia.
I vertici dell’Ars si trovano dunque a dover cercare una soluzione per pagare personale assunto con modalità e finanziamenti non più previsti in bilancio. Per assicurare a tutti lo stipendio bisognerebbe reintrodurre il vecchio contributo da 2.400 euro o spostare verso questa voce di spesa fondi destinati oggi ad altro: «Servirebbero circa 800 mila euro in più» ammette il deputato questore Paolo Ruggirello. Il tutto sempre all’interno dei 160 milioni di uscite previsti nel bilancio dell’Ars. Il consiglio di presidenza avrebbe dovuto affrontare la questione ieri ma la riunione è stata rinviata, in attesa di un consulto al Senato.

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