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Governo battuto all'Ars, saltano le città metropolitane

PALERMO. Governo Ko all’Ars. Salta la parte della riforma che avrebbe istituito le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che avrebbero affiancato i consorzi di Comuni. È stato approvato con voto segreto un emendamento di Forza Italia, primo firmatario Marco Falcone, che sopprime una delle parti principali della legge voluta dal governo. L’emendamento è stato approvato con 40 voti a favore su 74 deputati presenti. Secondo Falcone i parlamentari dell’opposizione presenti in aula erano 22, dunque ci sarebbero almeno 18 franchi tiratori. I grillini hanno votato con l'opposizione a favore dell'emendamento.

PROROGATI I COMMISSARI. La riforma delle Province fatica a muovere anche un solo passo all’Ars. Ma nel frattempo la giunta ha prorogato fino a giugno gli attuali commissari, scatenando le proteste dell’opposizione che ritengono la proroga illegittima in mancanza di una copertura di legge. I commissari resteranno in carica fino al trenta giugno, ultima data utile per un eventuale ballottaggio in caso di indizione di elezioni che dovrebbero essere convocate entro il 15 aprile in caso di mancata approvazione della legge in discussione all'Ars. Ma per il centrodestra la proroga è illegittima. Prima Santi Formica e poi Gino Ioppolo hanno preso la parola per chiedere al governo di tornare sui propri passi, bloccare la riforma e indire le elezioni per far rivivere le Province. La legge, nei piani del governo, dovrebbe essere approvata entro giovedì anche se oggi non è stato ancora votato neppure un articolo e ci sono anche 650 emendamenti ad appensantire il testo.


CROCETTA: "LIBERI CONSORZI ORGANISMI LEGGERI E CONCRETI" - «Con questa riforma non vogliamo riproporre lo schema delle Province, i Liberi consorzi devono essere organismi leggeri, che non comportino costi e quindi non si capisce perchè dobbiamo limitarne la costituzione, non sarebbe opportuno economicamente e politicamente». Così in aula il governatore della Regione, Rosario Crocetta, ha difeso la
riforma delle Province in discussione a sala d'Ercole.



RIFORMA "SALVA" PER APPENA SEI VOTI - Riforma delle Province «salva» per appena sei voti al primo voto segreto in aula: l'emendamento soppressivo dell'art.1 del ddl proposto da deputati dell'opposizione, quello che prevede l'istituzione dei Liberi consorzi, è stato respinto con 40 contrari e 30 favorevoli, con la maggioranza a quota 36.


VALENTI: "C'E' TEMPO FINO AL 15 APRILE" - Secondo l'assessore alle  Autonomie, Patrizia Valenti, l'Ars ha tempo fino al 15 aprile  per definire la riforma delle Province, vale a dire 60 giorni  prima del termine ultimo per le eventuali elezioni per il  rinnovo degli enti nel caso in cui il Parlamento non dovesse  approvare il disegno di legge che istituisce i Liberi consorzi.    


Valenti ha spiegato la procedura in aula, comunicando la  firma dei nuovi decreti di nomina dei commissari delle Province.  «Non potevamo lasciare le Province senza guida, poichè i  commissari erano scaduti il 15 febbraio». «Le nuove nomine - ha  aggiunto l'assessore - sono state varate per coprire il tempo  fino al 30 giugno, ultima data utile per gli eventuali  ballottaggi nel caso in cui la riforma delle Province non  dovesse essere approvata dall'aula e si tornasse al voto». «In  questo modo - ha proseguito Valenti - dotiamo le Province di una  guida e lasciamo all'aula la serenità per potere approvare la  legge nei tempi necessari».     


L'assessore ha motivato la scelta della giunta, riunita  stamani da Crocetta: «Per i comizi elettorali abbiamo un lasso  di tempo che va dal 20 febbraio al 15 aprile, per potere andare  alle elezioni, in questo caso l'ultima data utile è il 15 giugno  con l'eventuale ballottaggio il 30 giugno e la legge dà 60  giorni di tempo per la firma del decreto. Quindi l'aula ha tempo  fino al 15 aprile per potere definire la riforma». 

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