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Finanziaria bis: si accelera sugli stipendi

Una manovra in più tappe: la prima, subito, per destinare risorse solo agli enti che hanno urgenza di pagare il personale

PALERMO. Una finanziaria bis, forse addirittura due nel corso dell’anno per spalmare le risorse che via via Crocetta otterrà grazie alle trattative romane e ai tagli in Sicilia. Il presidente della Regione ha fatto il punto ieri pomeriggio nella Capitale con l’assessore all’Economia, Luca Bianchi.
L’assessore spinge per accelerare i tempi e portare all’Ars, almeno in commissione, la Finanziaria bis già entro questa settimana, al massimo all’inizio della prossima. E superare così l’impasse economica in cui è piombata la Regione dopo la bocciatura di 34 dei 46 articoli della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato. Uno stop che ha provocato il congelamento di 570 milioni di spesa destinati per lo più ai forestali (180 milioni) e a una galassia di enti regionali - Eas, Esa, Consorzi di bonifica, teatri e agenzie - che impiegano circa 30 mila persone.
Bianchi e Crocetta hanno fatto il punto partendo da poche certezze. Il primo dubbio riguarda ancora l’entità della cifra che realmente il governo potrà utilizzare: l’accordo con lo Stato è che una parte dei soldi congelati venga utilizzata per coprire le entrate irrealizzabili che ancora figurano in bilancio e che andranno cancellate. In attesa della quantificazione ufficiale della cifra disponibile, Crocetta e Bianchi calcolano di poter utilizzare almeno 300 dei 570 milioni bloccati.
Ciò costringerà a una manovra in più tappe. La prima, subito, dovrebbe stanziare risorse solo agli enti che hanno urgenza di pagare gli stipendi. I soldi disponibili potrebbero bastare per arrivare all’inizio dell’autunno. Poi, verosimilmente a ottobre come successo in altri anni, si tornerebbe all’Ars per una manovrina di variazioni di bilancio che completa il budget per chi ha esaurito le risorse e ne assegna a chi non ne ha avute fin dall’inizio. Nel frattempo - nei piani di Crocetta e Bianchi - dovrebbe essere messo a punto anche il patto di stabilità con lo Stato da cui ci si attende la possibilità di aumentare un po’ le spese e dovrebbe anche essere approvata la legge che permette di pagare un miliardo di debiti verso le imprese attivando un prestito da restituire in 30 anni.
Se la road map sarà «ratificata» dal governo nazionale e dal Commissario dello Stato, la prima manovra permetterà di finanziare subito teatri, enti regionali e forestali. Qualcosa andrà ritagliato anche per garantire alla Protezione civile di poter far fronte alle emergenze. Ma per tutti gli altri enti il cui finanziamento era previsto nell’allegato 1 alla Finanziaria il rischio è di subire un taglio profondo o addirittura la cancellazione dei finanziamenti. Il taglio dovrebbe riguardare le spese per acquisti di beni e servizi, i contributi per associazioni culturali e i musei, i fondi per le opere pubbliche, il buono scuola e i contributi simili. Tuttavia un elenco di chi soffrirà di più ancora non c’è.
Anche per questo motivo ieri è saltato il previsto incontro fra Bianchi e i sindacati, che mostrano tutta la loro preoccupazione: «Il governo regionale non ancora è in grado di fare una stima delle risorse effettivamente liberabili perché saranno il frutto di un dialogo che dovrà proseguire col governo nazionale e col Commissario dello Stato». Il confronto è atteso comunque entro fine settimana. Ma Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl riferiscono che Bianchi «ha avvertito che non sarà certamente possibile liberare tutte le somme bloccate e saremo costretti a fare delle scelte». Per questo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl temono che «le scelte possano essere fatte sulla pelle dei tanti lavoratori del pubblico impiego siciliano che già hanno pesantemente contribuito al risanamento delle casse pubbliche». Senza rassicurazioni i sindacati annunciano la proclamazione di una protesta entro i prossimi due giorni.
Intanto da oggi scatta all’Ars la votazione della riforma delle Province, che crea i liberi consorzi di Comuni per sostituire gli enti soppressi.

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